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Casamonica: quello che la stampa non dice Restiamo umani - Un funerale rom e il teatrino razzista della politica

Non c'è nessuna dichiarazione meno utile di questa, per cercare di capire la vicenda del funerale di Vittorio Casamonica. I fatti, da sè, non parlano; vanno contestualizzati, analizzati e interpretati, dal punto di vista dei rom, non di chi non lo è.

Anche perchè poi, di fatti, in questa storia, ne sono stati appurati meno di quanto si creda. Ad esempio, si è detto che a partecipare a questi funerali "oceanici" c'era tutta la Roma "mafiosa" e invece, c'erano quasi solo dei rom abruzzesi (non sinti, come si trova scritto - e tutti hanno ripetuto pedissequamente, senza andare a cercare riscontri -, in Wikipedia). E non mi sembra, almeno stando alle immagini trasmesse dai mass media, che la partecipazione al funerale sia stata così di massa come si vuol far credere: alcune centinaia di persone.

Anche una persona di una certa notorietà, da noi, vedrebbe la sua bara seguita da un numero di parenti, amici e conoscenti, egualmente se non più numerosi. Ma l'affermazione iniziale, di un funerale a cui avrebbero assistito tantissimi e tutti mafiosi, è servita e serve ancora per dire che il funerale è stato una prova di forza "che le associazioni mafiose" hanno esibito, "per affermare il mito della loro impunità, per affermare la supremazia della mafia sullo Stato". Se queste sono le prove di forza..! Anche se sono stati Caselli e il prefetto di Roma che l'hanno detto e sostenuto, al seguito, però, di molti altri, si tratta di affermazioni sbagliate e frutto di pregiudizi. Nessuna intenzione di voler sminuire la partecipazione di una parte dei Casamonica alla malavita (lo dicono, se non altro, i processi), ma neanche di prenderla come punto di partenza per valutare questo funerale, perchè in questo contesto non c'entra niente. Il funerale non è stato espressione della cultura mafiosa, ma solo di quella rom e se si pensa di combattere la mafia e Mafia capitale vedendo in questo funerale, chissà cosa, perdiamo tempo, perchè cerchiamo la mafia dove non c'è

I Casamonica, oltre tutto, non appartengono alla mafia ed è sbagliato estendere il concetto di mafia a realtà, magari altrettanto malavitose, ma che hanno strutture e organizzazioni, modi di funzionare, assolutamente diversi e che si muovono secondo mentalità e culture di altro genere. Dirò poi quali fraintendimenti ha determinato, nella lettura dei fatti, l'uso della parola mafia.

I pochi fatti, se si esclude, pare, il volo dell'elicottero, non sembrano contro legge. Il feretro di un personaggio noto come appartenente a una famiglia considerata malavitosa e ricca, di rom abruzzesi, arriva in chiesa, per le cerimonie funebri, su una lugubre e nera carrozza trainata da sei cavalli (si dice sia la stessa servita per i funerali di Totò) ed è seguito da un lungo corteo di automobili lussuose che, sembra abbia determinato un rallentamento nel traffico e l'intervento dei vigili urbani.

Mentre in chiesa si svolgono la messa e i riti dei defunti, fuori, nella piazza, un buon numero di rom attende più o meno "compostamente" l'uscita della cassa.

Improvvisamente appare nel cielo un velivolo che sgancia sulla piazza petali di rosa. Che cosa ci sia in questi "fatti" di illegale, salvo, forse, quanto riguarda l'elicottero, non è dato sapere.

Se i fatti sono questi e se, dal punto di vista del diritto e della legge italiana, Vittorio Casamonica non era mai stato condannato, anche se più volte denunciato e inquisito, ci si deve domandare non solo perchè non avrebbe dovuto avere questo funerale, ma come, le autorità competenti civili e religiose avrebbero potuto vietarlo.


Il testo completo dell'articolo è pubblicato sul file: https://www.aadp.it/dmdocuments/doc2138.pdf