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Noi cittadini italiani, noi cittadini del mondo (Raffaello Saffioti)

Pubblicato su Notizie minime della nonviolenza, n. 737 del 20 febbraio 2009.
Il Disegno di legge sulla  sicurezza approvato dal Senato va inserito nel processo legislativo di  questo Parlamento: non è il primo atto e non sarà l'ultimo,  purtroppo, di un programma che stravolge la nostra Costituzione
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Una domanda che mi  accompagna ormai da molti anni.
Come si spiega il largo consenso degli  italiani per il Governo Berlusconi, sostenuto da una larga maggioranza  di un Parlamento eletto democraticamente? Il Disegno di legge sulla  sicurezza approvato dal Senato va inserito nel processo legislativo di  questo Parlamento: non è il primo atto e non sarà l'ultimo,  purtroppo, di un programma che stravolge la nostra Costituzione.
Allora  io sposto l'attenzione dagli eletti agli elettori. Che popolo è questo  che vota per il partito di Berlusconi? La nonviolenza è in cammino, ma  il cammino della nonviolenza è molto lungo e dobbiamo saperlo. Alla  base del mio impegno personale in una associazione costituita per  promuovere la cultura della nonviolenza sta la convinzione che i  cambiamenti non piovono dal cielo e che la cultura della nonviolenza è  alternativa a quella oggi dominante. Siamo immersi in una profonda  crisi della politica e della democrazia e per uscirne c'è bisogno di  una nuova cultura e di una nuova educazione.
Può servire qui il  richiamo a ciò che abbiamo imparato da maestri della nonviolenza.  "Ormai si dovrebbe sapere: non cambia la vita del mondo finché la  gente non si sveglia a conquistare nuovi rapporti, anche economico- politici (personali, di gruppo, strutturali)" (Danilo Dolci). "Una cosa  è tendere a sostituirsi al vecchio potere e altro è creare nuovo potere in ciascuno" (Danilo Dolci). "Il potere è di tutti e ciascuno  ha il suo" (Aldo Capitini).
Per affrontare il dibattito sul "pacchetto  sicurezza" ci soccorre la Carta costituzionale e la Dichiarazione  universale dei diritti umani.
Io sono cittadino italiano, ma mi sento  anche cittadino del mondo.
Come non citare in questo dibattito don  Lorenzo Milani? "Se voi avete il diritto di dividere il mondo in  italiani e stranieri allora io vi dico che, nel vostro senso, io non ho  Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e  oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro.
Gli uni sono  la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto  (...) di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire  che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno  nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate  sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani  e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo  sciopero e il voto".
Ma per me la citazione più bella rimane quella  del Vangelo: "ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete  e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi  avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a  trovarmi".
Mentre si sta diffondendo il virus del razzismo e  dell'intolleranza, serve la mobilitazione delle coscienze e l'uso delle  molteplici tecniche della nonviolenza dei cittadini singoli e  associati, per un movimento di resistenza dal basso, con assunzione  personale di responsabilità che non ammette delega.
Dalla forza di un  movimento popolare di resistenza e protesta dipenderà il percorso in  Parlamento del disegno di legge sulla sicurezza approvato dal Senato il  5 febbraio scorso.