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Il canto di dolore dei migranti in fuga dalla Libia è affidato a dei versi sussurrati sopra una zolla di terreno al cimitero di Modica. Accanto alla croce, dove a matita è scritto il nome di Tesfalidet Tesfom, ci sono ora dei fiori gialli, un mazzo di crisantemi, una piantina con i ranuncoli e delle piccole rose, mentre solo un soffio di vento traduce una richiesta di aiuto ancora inascoltata.

Gli enti cristiani impegnati a vario titolo nell'ambito delle migrazioni sentono la necessità di aprire uno spazio di confronto in cui dare voce alle esigenze di convivenza civile e di giustizia sociale che individuano come prioritarie, per il bene di tanti uomini e donne di cui si impegnano a promuovere i diritti e la dignità.

Il parere giuridico dell'ASGI sulla vicenda di Bardonecchia: ecco le norme vigenti. "Nell’ordinamento italiano alcun intervento volto a prelevare coattivamente materiale organico di un indagato (anche in materia di omicidio stradale) può avvenire senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria".

ASGI esprime sconcerto per l’avvenuto sequestro della nave della ONG ProActiva Open Arms da ieri ormeggiata nel porto di Pozzallo (Ragusa) dove erano stati portati in salvo 218 migranti e per l’ipotizzato reato di associazione a delinquere per traffico internazionale dei migranti elevato a carico del comandante della nave e del coordinatore della ONG.

A fine gennaio una “passeggiata” neofascista nel quartiere Primavalle a Roma poneva all’indice i migranti e le persone indigenti che vivono nel quartiere come “colpevoli” di ogni degrado e criminalità. Dopo il femminicidio di Pamela a Macerata, e l’atto terroristico neofascista, in poche ore la propaganda xenofoba e razzista ha puntato indice e tutte le altre 19 dita contro i migranti (e chi con loro è solidale) accusandoli indistintamente di essere colpevoli di spaccio di droga, mafia, insicurezza, criminalità e degrado. Arrivando anche ad affermare che è la presenza dei migranti ad aver scatenato l’atto criminale.

Gli occhi grandi grandi in un volto esile.

Aveva appena tredici anni quando prese la via del mare. Le avevano detto che in Europa l’attendeva l’uomo della sua vita. Non vedeva l’ora di raggiungerlo!

Ma le motovedette libiche, al tempo di Gheddafi, intercettarono il barcone su cui viaggiava. Un anno dopo era di nuovo a casa, in quella città della Nigeria che vende corpi di ragazze all’industria del sesso del Vecchio Continente.

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