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Cattiva informazione

Pubblichiamo la premessa alla lettera mensile che le ACLI di Cernusco inviano a iscritti e simpatizzanti.

Novembre 2008. Il manifesto pubblica la lettera di un docente dell'Università La Sapienza di Roma che contesta la decisione del rettore di invitare il papa per l'apertura dell'anno accademico. L'estensore della lettera ritiene che la presenza del pontefice connoterebbe in senso religioso un evento che tale non è. Inoltre rimprovera al rettore il fatto di aver operato questa scelta senza consultare il senato accademico. La lettera viene inviata a tutti i principali giornali nazionali, ma nessuno, tranne il succitato manifesto, la pubblica, nessuno la considera una notizia, nessuno si indigna. Forse perché la lettera è firmata da un singolo docente? Difficile da credere, visto che lo stesso mese altri docenti, alcuni dichiaratamente cattolici, scrissero una seconda lettera esprimendo le stesse perplessità.
Per due mesi tutto tace. Ma a gennaio, pochi giorni prima del previsto arrivo del papa all'Università, ecco scoppiare lo scandalo. Ecco i cattivi maestri che impediscono al papa di parlare. Tutti esprimono solidarietà al pontefice, che intelligentemente rinuncia all'invito smorzando così le polemiche.
Ma se i giornali avessero pubblicato la lettera a novembre, quando l'avevano ricevuta, lo scandalo ci sarebbe stato?
È solo un esempio di come si costruisce l'evento mediatico, come si produce cattiva informazione, come si manipola l'opinione pubblica, che anziché essere portata a conoscenza dei fatti, viene indotta a schierarsi.
Torna alla mente 1984, un libro di inquietante attualità. Il protagonista, Winston Smith, lavora al Ministero della Verità, e il suo lavoro consiste nel modificare i documenti in archivio perché si perda memoria dei fatti e li si adegui alle necessità del momento. Nel regno del Grande Fratello niente è apparentemente proibito, se non ricordare, conoscere, pensare.

Difendere la libertà di informazione significa difendere il nostro diritto a essere informati, il nostro diritto a conoscere i fatti, per poter riflettere, ragionare, per essere cittadini adulti e liberi.

Fonte: Lettera mensile ACLI Cernusco