• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

E' certamente giustificabile l'idea di rispettare le disposizioni della Corte Costituzionale, specie nel quadro istituzionale esistente.

Tuttavia è impossibile non ricordare che quando il referendum abrogativo proposto era finalizzato al consolidamento del potere (contro i lavoratori e le lavoratrici italiane), la Corte non si fece scrupoli nel consentire referendum “creativi”. Pochi in questi giorni hanno ricordato l'orrore del referendum del '93 che stravolgendo la legge elettorale proporzionale, propria ad una repubblica parlamentare, introdusse il sistema maggioritario come obbligo a fronte del vuoto legislativo che quel quesito referendario, manifestamente illegittimo, aveva creato. Ne paghiamo ancora le conseguenze.

Assistiamo, essendone spesso anche protagonisti, ad un deterioramento complessivo dell'agire e del pensare politico che, a partire fin dagli anni del berlusconismo, in qualche modo ci ha contagiato tutti, ma che sta assumendo contorni e connotati sempre più devastanti per l'idea di politica partecipativa e di democrazia che mi appartiene.

La domanda che mi sono posto dopo l'ignobile imposizione della troika alla Grecia , è stata quella di capire come sia possibile oggi in Italia ed Europa, fermare l'esito della feroce ristrutturazione capitalista e della controrivoluzione che ha restituito alle classi dominanti il predominio e l´egemonia sulle scelte economiche, sociali, civili, culturali, ambientali, rimuovendo di fatto, anche il conflitto sociale che il secolo scorso ci aveva lasciato in eredità?

Più che alla legge truffa di De Gasperi, che truffa invero non era, perché prevedeva un premio a chi avesse ottenuto il 50% + 1 dei voti, di fronte ai pericoli della legge elettorale promossa dall’attuale governo il richiamo dovrebbe andare più propriamente alla legge  elettorale detta Acerbo, discussa e approvata nel  1923. Con essa il Fascismo si accomuna al Reichtag tedesco che votò i pieni poteri a Hitler nel 1933, o alla riforma di Petain del 1940.

© 2024 Accademia Apuana della Pace.