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Una riflessione sull'incontro degli Assessori al Bilancio dei comuni di Massa e di Carrara

Sabato 4 settembre, a Massa,  alla festa dell'Associazione 28 Aprile (un gruppo che in dissidio col PD locale ha eletto il Sindaco Pucci) ho ascoltato un dibattito sui conti degli enti locali. I relatori erano Giuseppina Andreazzoli, assessore alle finanze a Carrara, del PD, e Alessandro Volpi suo collega al Comune di Massa, della "28 Aprile". Quello che mi ha sorpreso è la perfetta sintonia tra i due sull'analisi della situazione di crisi derivante dai problemi oggettivi che devono affrontare: diminuzione dei trasferimenti statali, vincoli del patto di stabilità, perdita e mancanza di disponibilità di fondi con l'annullamento dell'ICI prima casa, etc. Un accordo che ha rivelato le stesse difficoltà nella gestione ordinaria e nel fare capire anche agli altri colleghi assessori che non si può giocare con la nuova realtà, che la situazione è davvero diversa e cambiata rispetto al passato. Infine una identità di vedute che si è ritrovata anche rispetto al "che fare" che giocoforza non può parlare di maggiore imposizione fiscale in un periodo nel quale i cittadini devono affrontare già una situazione difficile e che perciò si definisce nella riduzione delle spese che entrambi hanno sottolineato non può avvenire in maniera orizzontale tra i settori e le attività, magari tagliando una identica percentuale a tutti, cosa che porterebbe dappertutto mancanze nell'attività amministrativa; ma che si deve qualificare nel coraggio della scelta di priorità, nella convinzione dichiarata che su questa impostazione e metodo si distingue una politica di sinistra.
La sorpresa viene dal fatto che a Carrara la giunta Zubbani ha il PD in maggioranza ed in giunta, mentre a Massa Pucci ha il PD all'opposizione, e sempre critico sull'azione amministrativa della giunta, compresa quella programmatica e quella finanziaria gestita da Volpi.
Tale fatto, nella  sua atipica situazione, equivale a vedere un comune di centro destra in perfetta sintonia con uno di centro sinistra rispetto all'operatività e alle risposte da dare alla crisi economica attuale in cui vivono la nostra intera società e gli enti locali. Cosa del resto non molto  lontana dalla realtà almeno per le denunce sulla situazione di penalizzazione degli Enti Locali, che hanno come  mira le misure prese dal Governo Berlusconi che di fatto fa pagare molta parte della manovra finanziaria agli enti locali,  e che accomunano appunto amministrazioni di centrodestra e di centro sinistra.    
Tali esempio locale permette una riflessione più generale, per la quale appunto scrivo.
La oggettività dirompente della crisi economica, le difficoltà che incontrano gli enti locali, la messa in discussione di fatto della stessa welfare che i comuni hanno finora rappresentato a livello più vicino al territorio, sono fatti molto pericolosi.
Oggi amministrare un comune è veramente cosa diversa dal passato, un passato che è stato a volte un paese di bengodi, dove non si badava a spese senza alcuna preoccupazione; dove ci si impelagava di debiti confidando nel futuro, o meglio demandando il problema alle future amministrazioni; dove si creavano società e baracconi pubblici che si sono gonfiati fino ad essere insostenibili, fino ad esplodere, ecc.,
Oggi le risposte da dare alla situazione di crisi devono essere razionali e concrete, soprattutto responsabili e travalicano le dispute ideologiche a cui ci aveva abituato la nomenclatura amministrativa.
L'ente locale vede di fatto trasformato il suo ruolo dal patto di stabilità, dal rispetto delle regole, dalla nuova responsabilità nella gestione delle finanze dei cittadini, in definitiva dal futuro preannunciato federalismo.
Occorre davvero oggi, e tutti se ne devono rendere conto,  una classe politica capace di questa analisi, e quindi di un  salto di qualità.
Questo impone la crisi, questo pretendono i cittadini.

Massimo Michelucci - Massa