• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

A proposito di "parità"

Ieri (10 ottobre 2012, n.d.r.), in Senato, il Disegno di legge sulle “quote rosa” è stato approvato con 148 voti a favore, 60 contrari e 30 astenuti. Tra questi ultimi, uno (bontà sua!) ha spiegato il senso dell’astensione: «Il mondo femminile — ha detto — è in gran parte disinteressato alla politica. Se noi forzatamente imponiamo alle donne di dover partecipare alla vita democratica, violiamo il principio di democrazia». Finalmente ora è tutto più chiaro. Se non votano per “le quote rosa” è per non costringerci a dover partecipare alla vita politica del Paese contro la nostra volontà. E noi (maligne!) che pensavamo fosse perché un posto in più a una donna equivale a un posto in meno per un uomo. È proprio vero che la malizia è femmina!

Se su 8.001 primi cittadini le sindache sono 847 (10%), se su quasi 80mila consiglieri comunali le donne sono 14.663 (meno del 20%), se le deputate sono circa il 20% dei colleghi e le senatrici il 18,7% (60 su 320) è perché a noi donne la politica proprio non ci appassiona! Tra un po’, visto l’alto tasso di disoccupazione femminile, si dirà che non ci interessa neanche lavorare, ben che meno poi dopo aver avuto un figlio, visto che una donna su quattro “sceglie” di rimanere a casa con il pargolo… Ci viene solo una domanda: ma a chi la raccontano?

Ps. Potete trovare nella nostra homepage il logo (in basso a destra) per firmale la petizione Mai più complici del collettivo Se non ora quando? Firmate e fate firmare per dire basta al femminicidio e a ogni forma di violenza di genere.

Fonte: ComboniFem - Newsletter Suore Comboniane del 11 ottobre 2012