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Ho chiamato mia figlia Fortuna

Lucienne M'Maroyi, congolese di Walungu, ha 24 anni e tre figlie piccole.
L'ultima è il risultato della schiavitù sessuale in cui Lucienne è stata tenuta dai guerriglieri. Lucienne l'ha chiamata Luck, "Fortuna", perché mentre era incinta di lei era stata portata nella boscaglia per essere uccisa, ma è sopravvissuta.
"Mio marito era in viaggio verso Bukavu quando alcuni uomini dell'Interahamwe fecero irruzione nella casa dove vivevo con mia cognata.
Era il dicembre del 2006. Io avevo la bimba più piccola fra le braccia. Me la tolsero e la buttarono a terra. Ringrazio Dio che non hanno stuprato le mie bambine, erano così piccine, sarebbe stata la tragedia peggiore per me.
Una vicina si prese poi cura di loro. Mi legarono le braccia assieme a mia cognata e ci trascinarono fuori, in una casa dove avevano già messo altri prigionieri. Anche mio fratello venne portato via con noi. Per strada uccisero una donna anziana perché non camminava abbastanza velocemente. Poi ci portarono nella boscaglia, dove cominciarono a stuprarmi di fronte a mio fratello: a lui avevano dato da tenere la torcia elettrica, ma poiché mio fratello voltava il viso per non guardare lo colpirono con i calci dei fucili, e poi lo uccisero. Stavano per uccidere anche me, ma uno degli uomini disse che sarei invece divenuta sua 'mogliè. Picchiavano spesso noi 'moglì e gli altri prigionieri. Un giorno eravamo così gonfi di botte da non poter camminare, allora mandarono un'altra prigioniera a portarci acqua calda, ed era mia sorella maggiore, che io credevo morta in un attacco precedente. Mia sorella mi disse che era malata e che non le permettevano di curarsi, mi disse anche che era incinta.
"Mia cognata fu uccisa durante una disputa fra due uomini che la volevano entrambi come 'mogliè: risolsero il problema sparandole. Un'altra donna che era con noi era rimasta incinta dagli stupri e tentò di abortire, ma morì dissanguata. Infine di vive c'eravamo mia sorella ed io, e ormai anch'io aspettavo un bambino. Ho passato quattro mesi come schiava sessuale di questa gente. Sono riuscita a scappare quando mia sorella è andata in travaglio. Mi ordinarono di portarla alla clinica a partorire, ma mi presero tutti i vestiti, pensando che così non sarei scappata. Per la strada, mentre sostenevo mia sorella, ero in mutande. In queste condizioni incontrammo un soldato del governo, la cui moglie mi diede degli abiti e da mangiare. La mia povera sorella morì di parto. Io ho tenuto il suo bimbo con me fino a che suo marito non è venuto a prenderlo per crescerlo con sè a Bukavu. Il mio, di marito, quando seppe che stavo tornando disse che non sarebbe vissuto con la 'mogliè dell'Interahamwe e mi impedì di entrare alla fattoria. Non voleva più neanche le sue figlie. Così io e le bambine abbiamo vissuto per un pò a casa di un amico di mio padre, ma dovevamo dormire sul pavimento. Luck è nata nell'ottobre del 2007. Le donne di Women for Women International sono state la mia benedizione. Mi hanno offerto addestramento e fondi. Le mie bimbe erano malnutrite, adesso ho imparato come curarle e stanno bene. Non hanno ancora l'età per andare a scuola, ma ci andranno. Grazie alle donne, e per le mie figlie, ho ritrovato fiducia in me stessa, e speranza".