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Se gli uomini avessero le mestruazioni

Pubblicato su Notizie minime della nonviolenza, n. 775 del 30 marzo 2009 (tradotto da Maria G. Di Rienzo)
Una minoranza bianca del mondo ha passato secoli a convincerci che una pelle bianca rende le persone superiori, anche se in effetti la sola cosa che fa è renderle più sensibili agli ultravioletti e più soggette alle rughe.
Maschi umani hanno costruito intere culture attorno all'idea che l'invidia del pene sarebbe "naturale" nelle donne, e però si potrebbe allo stesso modo dire che l'avere un organo non protetto di quel tipo rende gli uomini vulnerabili, e che il potere di dare la vita rende l'invidia dell'utero quanto meno logica.
In breve, sono le caratteristiche di chi ha potere, chiunque sia, ad essere pensate come migliori delle caratteristiche di chi non ne ha, e la logica non ha nulla a che fare con tutto questo. Cosa accadrebbe, ad esempio, se di colpo, magicamente, gli uomini avessero le mestruazioni e le donne no? La risposta è chiara: le mestruazioni diventerebbero un invidiabile evento mascolino di cui vantarsi.
Gli uomini le sparerebbero grosse su durata e quantità. La prima mestruazione sarebbe festeggiata da rituali religiosi e feste tra amici.
L'Istituto nazionale per la Dismenorrea si occuperebbe di indagare eventuali sconforti mensili. I prodotti sanitari sarebbero forniti gratuitamente dal governo: ovviamente, alcuni uomini pagherebbero per il prestigio fornito da marche celebri quali i "Tamponi John Wayne" o i "Pannolini Muhammad Ali" e ci sarebbero prodotti specifici del tipo "Per il flusso leggero da scapoli".
Militari, uomini politici di destra e fondamentalisti religiosi citerebbero le mestruazioni come prova che solo gli uomini possono entrare nell'esercito ("Devi dare il sangue per poterlo prendere"), occupare cariche politiche ("Come possono le donne essere aggressive, prive del ciclo governato da Marte?"), diventare preti ("Una donna non può dare il sangue per i nostri peccati") o rabbini ("Senza la mensile perdita di impurità, le donne restano ovviamente impure").
I maschi radicali, i politici di sinistra e i mistici, d'altra parte, insisterebbero sul fatto che le donne sono uguali agli uomini, solo un pò diverse, e che ogni donna può entrare nei loro ranghi se è disposta ad infliggere a se stessa una ferita considerevole ogni mese ("Devi dare il sangue per la rivoluzione"), a riconoscere la preminenza delle istanze mestruali e a cancellare la propria individualità a favore di tutti gli uomini e del loro "Ciclo di Illuminazione".
Gli uomini risponderebbero ad un complimento del tipo "Ehi, oggi ti vedo proprio bene" con la frase "Per forza, ho le mie cose!".
I media non la finirebbero più di trattare il soggetto: "Gli squali, una minaccia agli uomini mestruanti", "Stupratore assolto: è stato lo stress mensile", e così il cinema: pensatevi Newman e Redford in "Fratelli di sangue".
Gli uomini convincerebbero le donne che il sesso è più piacevole "in quel periodo del mese". Alle lesbiche si direbbe che temono il sangue, e perciò probabilmente la vita stessa, e che tutto quello di cui hanno bisogno è un buon uomo con delle belle mestruazioni.
Naturalmente sarebbero gli intellettuali ad offrire le argomentazioni più morali e logiche. Come può una donna afferrare ogni disciplina che richieda senso del tempo o dello spazio, che implichi matematica e misurazioni, senza l'innato dono del misurare i cicli della luna e dei pianeti dato dalle mestruazioni? Nelle filosofie e nelle religioni, come possono le donne compensare il fatto che manca loro il ritmo dell'universo? O che manca loro una simbolica morte e rinascita ogni mese? In ogni campo i maschi più tolleranti cercherebbero di essere gentili: il fatto che "questa gente" non ha il dono di misurare la vita o di connettersi all'universo, spiegherebbero, è già un castigo sufficiente.
E come reagirebbero le donne? Possiamo immaginare le cosiddette donne tradizionali dichiararsi d'accordo con tutte le argomentazioni succitate, e associazioni di casalinghe le cui socie si feriscono ogni mese, e pie donne che dicono: "Il sangue di tuo marito è sacro come quello di Gesù" e aggiungono con un risatina "...ed è anche così sexy!".
Ci sarebbero le "riformatrici" che istituirebbero riti di iniziazione identici a quelli maschili e spiegherebbero di avere anche loro un ciclo mensile. Schiere di pensatrici ripeterebbero ad oltranza che gli uomini devono liberarsi dall'idea dell'aggressività marziana così come le donne devono liberarsi dall'invidia delle mestruazioni. Le femministe radicali direbbero che l'oppressione delle "non-mestruanti" è stata lo schema primario per tutte le altre forme di oppressione, e che le vampire sono state le nostre prime combattenti per la libertà. Le femministe culturali svilupperebbero un immaginario privo di sangue nell'arte e nella letteratura. Le femministe socialiste spiegherebbero che solo sotto il capitalismo gli uomini hanno monopolizzato il sangue mestruale...
In effetti, se gli uomini avessero le mestruazioni, le giustificazioni per farne uno strumento di potere andrebbero avanti all'infinito.
Come sempre, se glielo si lascia fare.

(Tradotto da Maria G. Di Rienzo)