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I diritti delle donne in medio oriente (Haifa Abu Ghazaleh)

Tratto da “La nonviolenza è in cammino” - Numero 1247 del 27 marzo 2006
[Ringraziamo G. Di Rienzo (per contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista di "Irin news" ad Haifa Abu Ghazaleh, direttrice dell'Ufficio regionale per gli stati arabi di Unifem]
- "Irin news": La situazione sta migliorando, in Medio Oriente, per i diritti delle donne?
- Haifa Abu Ghazaleh: La situazione per le donne arabe è migliorata leggermente in tutte le sfere della vita pubblica e privata.
L'accesso all'istruzione ed ai servizi sanitari è aumentato considerevolmente se si considerano i decenni scorsi, e la loro partecipazione all'economia, alle questioni ambientali, ed alla sfera decisionale sta rapidamente crescendo.

- "Irin news": Quali paesi hanno raggiunto risultati, rispetto ai diritti delle donne, e quali misure specifiche hanno preso?
- Haifa Abu Ghazaleh: In Medio Oriente, i diritti delle donne sono entrati nelle agende di numerose Ong e governi, che stanno lentamente introducendo cambiamenti legislativi. In Giordania, per esempio, un emendamento all'art.
340 del codice penale è stato introdotto nel 2001: tale emendamento cancella l'impunibilità per gli uomini che uccidono parenti di sesso femminile ritenute responsabili di adulterio. Sempre in Giordania, ed in Palestina, le iniziative concernenti la violenza contro le donne hanno ottenuto risultati, e sebbene i decisori al governo non abbiamo intrapreso passi specifici nel disegnare un piano d'azione complessivo, le Ong stanno sempre di più fornendo servizi (quali consulenze, linee telefoniche di soccorso e rifugi) e informazioni. In Libano, il lavoro della Commissione nazionale per le donne libanesi, così come quello delle Ong, hanno contribuito ad ottenere mutamenti legislativi nel diritto del lavoro e nel codice penale nel 1999 e nel 2001. I cambiamenti nel diritto del lavoro hanno incluso l'aumento del congedo per maternità da 40 giorni a sette settimane, la proibizione del licenziamento di una donna per gravidanza, e la garanzia alle lavoratrici di equità sui benefici ed i premi.
Inoltre, in Kuwait è stato garantito di recente il suffragio alle donne, nell'ambito di una monarchia costituzionale. Nel 2007 le kuwaitiane potranno partecipare alle elezioni legislative come elettrici e candidate.

- "Irin news": Dov'è che invece la situazione non sta migliorando?
- Haifa Abu Ghazaleh: I diritti delle donne nella regione araba sono violati costantemente. Le donne sono ancora private dell'esercizio di diritti umani di base, e cio' è dovuto sia al fatto che non vi è consapevolezza attorno a questi diritti, sia al fatto che il sistema di controllo che dovrebbe assicurarne la realizzazione è debole. L'applicazione delle leggi soffre anche dei pregiudizi verso le donne, e i giudici, i procuratori e gli avvocati in generale, esitano ad assumere casi che coinvolgano i diritti umani delle donne, perché la loro visione sociale sostiene che tali istanze vanno risolte all'interno della famiglia.

- "Irin news": Che ruolo giocano la cultura e la religione nella soppressione dei diritti delle donne?
- Haifa Abu Ghazaleh: Norme sociali negano alle donne la possibilità di godere di piena "cittadinanza" all'interno delle loro famiglia e comunità,.
Ruoli predeterminati, largamente basati sulla cultura o su una interpretazione religiosa, sono presentati come fatti innegabili, e spesso vengo fatti accettare a forza alle donne tramite le loro famiglie o leggi statali discriminatorie. Le donne, generalmente, godono di un piccolo status o di una certa autorità all'interno della famiglia e delle strutture sociali: un grande divario permane fra donne ed uomini nell'area decisionale. Le donne sono ancora soggette a tradizioni restrittive ed usanze per le quali vengono private del diritto all'istruzione, giacché la precedenza in questo campo è usualmente data ai maschi. In numerosi casi sono anche private della possibilità di essere membri produttivi della società,, perché la pressione sociale le costringe a sposarsi giovanissime e a mettere al mondo molti bambini.

- "Irin news": Che ruolo possono avere i leader delle comunità e i leader religiosi nel proteggere i diritti delle donne?
- Haifa Abu Ghazaleh: Costoro avrebbero ovunque la speciale responsabilità di riaffermare i principi che promuovono i diritti delle donne, assumendo un ruolo attivo nel richiamarsi al rispetto delle leggi ed al rispetto dei diritti umani.

- "Irin news": I governi della regione hanno preso seriamente gli impegni derivanti dall'aver sottoscritto la Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione verso le donne (Cedaw)?
- Haifa Abu Ghazaleh: Diciassette paesi arabi hanno firmato o ratificato la Cedaw. La maggior parte di loro non è andata oltre la firma, nonostante l'obbligo di assicurare la completa implementazione della Convenzione e l'adozione dei suoi articoli.

- "Irin news": Quali aspetti della Cedaw i governi trovano difficile implementare, e perché,? - Haifa Abu Ghazaleh: Tredici paesi sui diciassette firmatari hanno espresso riserve sulla Cedaw. In aggiunta a queste riserve, su articoli specifici, alcuni paesi arabi come l'Arabia Saudita, la Libia e la Mauritania hanno anche prodotto una dichiarazione, in cui affermano che lo stato non è obbligato all'implementazione di qualsiasi articolo della Convenzione se tale articolo non soddisfa i requisiti della sharia islamica. È importante sottolineare che molti paesi non riconoscono il diritto di una donna a votare e a presentarsi alle elezioni, e cio' include il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita e l'Oman.