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Lettera aperta al Sindaco di Massa (Comitato Usciamo dal Silenzio di Massa Carra

Caro Sindaco,
le scriviamo dopo aver letto una sua intervista sul settimanale Left (N°19 - 9 Maggio 2008) che ci ha molto colpite e per i contenuti e per i toni.
In quell'intervista lei parla soprattutto di sicurezza, probabilmente perché stimolato in questo senso dalla giornalista, del resto non si sta discutendo d'altro, e fa alcune affermazioni che siamo sicure siano state fraintese.
In un passaggio, in particolare, fa riferimento al problema della prostituzione che forse per necessità di sintesi, sue o del giornale, viene illustrato con il ricorso all'immagine delle "famigliole costrette a passeggiare in mezzo alle battone"; poco sotto spiega che il "disagio sociale che crea l'insicurezza è legato anche all'immigrazione. Non solo clandestina, ma anche di rom e romeni.".
Il Comitato Usciamo dal Silenzio, che le scrive queste righe, e che riunisce soprattutto donne, ha molto a cuore il problema della sicurezza, se non altro perché le statistiche individuano la violenza come prima causa di morte per le donne italiane ed europee fra i 15 e 50 anni; una violenza, si badi bene, che si consuma quasi sempre tra le mura domestiche o nell'ambito delle conoscenze della vittima.
Ci sta molto a cuore, in termini generali, che le donne, tutte, vengano considerate persone libere di decidere di sé e del proprio corpo.
Per questo ci colpisce che nella sua intervista il tema della prostituzione, ad esempio, si riduca ad una questione di "decoro" e che le donne che, spesso loro malgrado, sono coinvolte in questo lucrosissimo mercato siano definite con il termine sgradevolmente maschilista "battone", mentre ai fruitori dei loro servizi viene riservato il ben più urbano "clienti".
Quelle che nell'intervista lei definirebbe "battone" sono spesso vittime loro stesse di violenza, costrette alla prostituzione, vendute, picchiate, abusate, uccise.
Siamo certe che lei, sindaco eletto da una coalizione di centro sinistra che ha saputo realizzare un esperimento politico a cui guarda tutta la sinistra italiana, non voglia accodarsi a certi modi un po' beceri della destra che preferisce considerare il problema della prostituzione dal punto di vista delle forme, dello spettacolo a cui le "famigliole" sarebbero costrette ad assistere, piuttosto che della sostanza.
Siamo sicure che ad esempio non le sfugge il legame tra la prostituzione e la malavita organizzata, molto attiva nel nostro territorio anche nello spaccio di sostanze stupefacenti (soprattutto quelle più "eleganti", come la cocaina), e per questo non abbiamo dubbi che l'azione che l'amministrazione vorrà mettere in campo rispetto alla questione avrà quelle caratteristiche di organicità e di integrazione con le politiche di prevenzione del disagio sociale ed economico la cui assenza rimproveriamo alla destra.
I giornali in questi giorni li leggiamo tutti; leggiamo quali sono le linee rispetto alle quali si muove il governo in tema di sicurezza: raccogliere un disagio profondo, (che c'è, è inutile negarlo), individuare un capro espiatorio (i rom, un classico di sempre, ed i rumeni, una new entry degli ultimi anni), mostrare i muscoli e dare l'illusione che con una bella purga tutti i nostri problemi di sicurezza saranno risolti.
Ecco, noi di sinistra, o di centro sinistra se preferisce, siamo un'altra cosa.
Noi non creiamo mostri contro cui convogliare le paure della gente; non crediamo alla storiella che più armi vuol dire più sicurezza; non pensiamo che l'immigrazione favorisca il disagio che genera insicurezza; sappiamo distinguere tra una situazione reale e la percezione che di quella stessa situazione si ha; non chiamiamo le prostitute "battone", perché pensiamo che siano persone con una dignità e se le vediamo per strada a prostituirsi non ci preoccupiamo di come spiegare la cosa ai nostri bambini, ci preoccupiamo del perché delle ragazzine passino la notte a vendersi ai nostri concittadini onesti, loro sì, e per bene.
Siamo sicure che lei la pensa come noi e per questo siamo disponibili come
Comitato, con le nostre competenze e sensibilità, a contribuire alla
creazione di un percorso condiviso anche con altre associazioni del
territorio su queste tematiche.
Smentisca presto quell'intervista e ci faccia vedere che un altro modo di governare questa città, anche dal punto di vista della sicurezza, è possibile.

Comitato Usciamo dal Silenzio Massa Carrara