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Siamo quelli che... (Lio Cristina)

Severino Filippi ci segnala questo articolo di Lio cristina, pubblicato sul sito Lo straniero, sul così detto disagio giovanile, visto dal di dentro.

Siamo quelli che se ci chiedete cos’è il disagio giovanile… magari, aspettate un attimo che ci pensiamo un po’, vediamo…

Siamo quelli che se, a fatica e dopo tanto sbattimento interiore, vi diciamo finalmente cos’è che ci pesa dentro come un macigno e voi non trovate niente di meglio da dirci se non un “pensa alla salute” dandoci una pacca sulle spalle, rischia che non ci vuole molto per mandarvi affanculo.

Siamo quelli che se non hai capito un cazzo di noi e di quello che ci passa per la testa, allora l’unica cosa da dirti è proprio vaffanculo.

Siamo quelli incazzati con il mondo, e c’è sempre un motivo, certo che c’è un motivo...

Siamo quelli che un giorno spaccheremmo il mondo e la mattina dopo non abbiamo voglia nemmeno di alzarci dal letto.

Siamo quelli che prendono un treno e vanno affanculo e lasciano tutto com’è. O che partono e vanno lontano solo per sentire poi la voglia di tornare. Che sperano che senza di loro almeno qualcosa sia cambiato.

Siamo quelli che andiamo lontano senza muovere un passo e che tutte le valige che ci avete regalato per farvi i fighetti navigati esperti di mondo ve le potete pure riprendere.

Siamo quelli alla moda.

Siamo quelli che l’amore è un casino, il lavoro è un casino, la vita è un casino e anche in famiglia non è che va proprio tutto così bene.

Siamo quelli dell’innamoramento facile e che “se una porta si chiude”, un portone che si spalanca lo stiamo ancora aspettando.

Siamo quelli che il cellulare oggi non squilla…

Siamo quelli che l’amore è una cosa seria e una scopata è solo una scopata.
Siamo quelli che sanno distinguere. E sanno scegliere.

Siamo quelli che i sentimenti hanno nomi ben precisi.

Siamo quelli che certe offese fanno male davvero, anche certi tradimenti e tutte le bugie che scoprirle è come un pugno in faccia.

Siamo quelli che non confondono.

Siamo quelli che si “affissano” anche quando sanno che “non è cosa”.

Siamo quelli che i luoghi comuni ci stanno stretti, anzi strettissimi.
Siamo quelli che le “diversità” non sono un problema, o a volte sì, o comunque… fatti i cazzi tuoi.

Siamo quelli che “il tempo che guarisce tutte le ferite” è una stronzata a cui, diciamoci la verità, non credete neppure voi.

Siamo quelli che “io te l’avevo detto” ci fa solo girare i coglioni.

Siamo quelli che è inutile che ci raccontate i vostri sbagli di gioventù perché tanto li rifaremo anche noi, tutti, uno per uno. E quelli che i vostri consigli non ci servono perché i vostri consigli, diciamoci la verità, non servono neanche a voi.

Siamo quelli che il lavoro è un casino e ci va bene tutto, tanto quanto non ci va bene niente.

Siamo quelli stanchi senza fare niente o che rompersi la schiena ogni giorno su un lavoro del cazzo qualsiasi almeno è già qualcosa.

Siamo quelli che la politica non ci interessa perché non la capiamo. Che la mafia ci fa paura perché macchia di sangue. Che studiare ci darà una sistemazione, ma per oggi preferiamo fare vacanza.

Siamo quelli che a certe responsabilità ancora non ci vogliamo pensare.

Siamo quelli che da grandi non sappiamo cosa faremo. Ma sappiamo cosa non faremo.

Siamo quelli svuotati, invischiati, isolati.

Siamo quelli che se fuori piove non è solo acqua che cade dal cielo.

Siamo quelli che non lo sappiamo cosa c’è “dopo” e forse neanche ci crediamo a questo “dopo”.

Siamo quelli che se una notte il cielo nero è strapieno di stelle, gli occhi li alziamo.

Siamo quelli che facciamo rumore, per non sentire che intorno c’è troppo silenzio.

Siamo quelli che abbiamo più paura di ciò che non si vede.

Siamo quelli che alla morte ci pensiamo, in mille modi diversi, e in tutti i modi possibili.

Siamo quelli preoccupati, che la preoccupazione non si vede; siamo quelli che non si vede neanche l’ansia, e neanche la paura, la tristezza, la rabbia. Siamo quelli che se si vede un sorriso non è detto che sia tutto uno spasso e che se tutto va a puttane non è detto che più tardi non troviamo il modo di tirarcene fuori.

Siamo quelli che tutto sembra definitivo e tutto diventa relativo.

Siamo quelli che più di un dubbio ci tiene in bilico e più di un dubbio ci garantisce che sbagliare è naturale. E allora siamo quelli che se sbagliamo è naturale.

Siamo quelli che cerchiamo conferme.

Siamo quelli che la felicità la vogliono ora e non fra trent’anni.
Siamo quelli che non farsi troppe domande spesso è un modo per salvarsi. Perché, sì, vogliamo salvarci, ma salvarci da cosa?, salvarci da cosa, da cosa…?

Siamo quelli che il cellulare continua a non squillare e non è arrivato nemmeno un sms.

Siamo quelli che con la musica sparata dritta nelle orecchie si può andare dappertutto.

Siamo quelli che se una cosa ci piace, ci piace e basta.

Siamo quelli che non mentiamo se non è necessario, non negoziamo se bisogna svendersi, non ci accontentiamo se esiste dell’altro.

Siamo quelli imbambolati davanti alla tv.

Siamo quelli che beviamo e fumiamo.

Siamo quelli che si perdono ogni sera in fondo a un bicchiere, e quelli che ogni sera restano a galla. Purtroppo o per fortuna.

Siamo quelli che lo sanno che le droghe fanno male.

Siamo quelli che alle conseguenze a lungo termine non ci pensiamo, perché, semplicemente, domani non ci saremo.

Siamo quelli che la notte non ci porta consiglio, ma un mal di testa in più sì.

Siamo quelli che stanno a guardare. Siamo quelli che vi osserviamo e… noi così non ci diventeremo mai.

Siamo quelli che i genitori ancora ci rompono i coglioni, ma da domani… basta… andiamo via di casa…

Siamo quelli con i problemi che tengono svegli i genitori, e quelli che certi genitori tengono svegli noi.

Siamo quelli che ancora si permettono di sognare e di sperare.

Siamo quelli che aspettano.

Siamo quelli che facciamo branco per non sentirci soli e che la solitudine però ci insegue e ci raggiunge comunque, anche se andiamo a 180 all’ora.

Siamo quelli che se ci vestiamo in un certo modo è perché almeno riusciamo a riconoscerci subito.

Siamo quelli che cerchiamo la rissa. Che chiediamo la pace.

Siamo quelli che se non perdoniamo non è per vendetta né per orgoglio, ma perché dentro stiamo male da cani e allora no, noi non vi perdoniamo ancora.

Siamo quelli che al perdono vero ci crediamo, ma agli “alleggerimenti facili della coscienza” proprio no.

Siamo quelli che non danno fastidio.

Siamo quelli che se non mangiamo è perché non abbiamo fame. Che a volte non ci riconosciamo negli specchi che ci guardano. E che l’ago di una bilancia può diventare la bussola di tutta una vita o magari, se va bene, solo di quegli anni brufolosi e schifosi.

Siamo quelli che il nostro corpo è nostro e lo buchiamo, lo coloriamo e lo mettiamo sotto sforzo quanto ci pare.

Quelli disordinati, spettinati, sporchi.

Siamo quelli che, almeno una volta, in questa vita di cazzo, ci sarà un po’ di fortuna pure per noi, ci sarà qualcosa che “viene facile” e che non costa sempre tutta ’sta fatica.

Siamo quelli che le regole le conosciamo, ma andare in motorino senza casco è senz’altro più figo.

Siamo quelli che giocano, rischiano, scommettono.

Siamo quelli che scrivono le frasi sui muri.

Siamo quelli che scendono in strada e si infilano in certi cortei.

Siamo quelli che i migliori amici ce li hanno.

Siamo quelli che fanno i paragoni.

Siamo quelli che se continuate a chiederci cos’è il disagio giovanile, continuiamo a guardarvi con una faccia un po’ così, magari ci scappa pure da ridere… ma se avete un po’ di tempo per fermarvi a parlare, allora forse