Peppino Impastato, Rita Atria e Roberto Mancini, non rimasero mai alla finestra. La commemorazione che non è accompagnata dallo stesso impegno è mantello di ipocrita complicità
- Alessio Di Florio
- Categoria: Mafie
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“Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista". (Cesare Pavese, da La casa in collina)
“E’ successa la stessa cosa con Falcone e Borsellino, le persone che hanno lavorato per questo Paese sono riconosciute dopo la morte”. Questa le amare parole di Monica Dobrowolska, la vedova di Roberto Mancini, nell’intervista a Il Fatto Quotidiano TV del 28 febbraio di quest’anno, mentre ribadiva che l’unico vero rispetto alla memoria del marito è sconfiggere le ecocamorre e “salvare” la Terra dei Fuochi. Un’intervista dura e intensa che mi ha ricordato le parole del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, ormai 9 anni fa. “E' ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire, è l'ora invece di dimenticare le lacrime, è l'ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finché avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda”.
Un 5 gennaio nasceva Peppino Impastato, un 5 gennaio la mafia assassinava Pippo Fava. Anche quest’anno a Catania Pippo sarà ricordato in un incontro pubblico dal significativo titolo “Ricordiamo Pippo Fava lavorando”. Salvo Vitale, Umberto Santino e altri compagni di Peppino da sempre lo ricordano denunciando mafie e connivenze, continuando a fare nomi, cognomi, intrecci e affari. La “commemor-azione”, il ricordare proseguendo sul cammino su cui ci hanno preceduto, è l’unica rispettosa e degna. Oggi come tutto l’anno Peppino e Pippo non devono essere santi per laici altari ma “fuoco che deve arderci dentro”.
Il tema della mafia siciliana e di altri gruppi di criminalità organizzata, storici e di recente formazione, è stato troppo spesso trattato sulle base di idee correnti, largamente diffuse ma prive di una base scientifica (stereotipi), o di criteri con qualche fondamento scientifico (paradigmi) che colgono solo alcuni aspetti, per esempio l'associazionismo criminale e la finalità economica, di un fenomeno polimorfico e complesso.
Siamo qui a rivolgere l’ultimo saluto al compagno Pio La Torre ed al compagno Rosario Di Salvo, dopo che per ben due giorni sono sfilati davanti alle loro salme migliaia e migliaia di cittadini: militanti comunisti, uomini e donne semplici, bambini, intere famiglie.
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Pippo e Peppino sono vivi, i morti sono altri
Marxismo, mafia e antimafia
Pio la Torre e Rosario Di Salvo