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20 anni fa è stato assassinato Paolo Borsellino. "E' stato ucciso"... uso il tempo passato prossimo, non il comune "veniva assassinato". Passato prossimo perchè da Capaci a Via D'Amelio, continuando per via Palestro, San Giorgio al Velabro, San Giovanni Laterano, e Via dei Gergofili si sono ricostruiti i nuovi equilibri dell'Italia post-democristiana.

Il 22 giugno è arrivato in tutte le librerie Narcoeconomy, il nuovo libro del giornalista e storico Carlo Ruta. Un testo inedito, tra saggio e inchiesta (192 pagine, edito da Castelvecchi RX), che racconta del più grande e redditizio business delle mafie: il narcotraffico. L'analisi di Ruta parte da un dato particolarmente allarmante: nell'attuale crisi globale, l'unica attività economica che continua crescere e a garantire utili è proprio quella legata al traffico e alla produzione di droga. Tutti i piani di contrasto messi in atto dai governi mondiali, infatti, stanno fallendo mentre aumentano i capitali a disposizione degli imperi criminali.

Vengono compiuti  vari tentativi  di annessione della memoria di Leonardo
Sciascia. I cattolici, con un articolo pubblicato dall'Avvenire di oggi, a firma di Vincenzo Arnone,
descrivono   Sciascia alla ricerca di una fede che in effetti non ebbe mai tranne che nella Ragione; i radicali lo ricordano come membro del loro gruppo parlamentare dove lo vollero nella Commissione Moro e come uomo di punta in tante battaglie per "una giustizia giusta". In effetti Sciascia trovava congeniale i radicali nei tanti versanti dei diritti civili negati o calpestati, ma sono convinto che se ne sarebbe allontanato come a suo tempo si allontanò dal PCI.