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Salve, io sono Atalya Ben-Abba, ho 19 anni e vengo da Gerusalemme. In data 6 febbraio 2017, dichiarerò l'obiezione di coscienza al servizio nell'esercito israeliano, e sarò mandata in carcere militare per un periodo di tempo non noto. Mi prenderò consapevolmente le conseguenze di questo atto, perché credo che al fine di portare sicurezza a tutte le persone che vivono qui, dobbiamo cambiare interamente le politiche governative e terminare l'occupazione.

Ho a parlare di tante malinconie..."(Domenico Settembrini, incipit delle Ricordanze) Alcuni ottimi amici, alquanto apprensivi, avendo saputo che in questi giorni sto digiunando a sostegno della proposta di riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono (e ve ne sono oltre cinque milioni cui tale diritto è assurdamente negato), mi hanno detto di lasciar perdere, che non ne vale la pena, che tanto non c'è nulla da fare, che è meglio tacere e far finta di niente.

Non sono ancora riuscito a dire il dolore che suscita in me la vicenda dello strazio e dell'uccisione del giovane Giulio Regeni.

Ogni volta che penso a quell'orrore (di cui i mezzi d'informazione danno notizia con toni che mi sembrano falsi, algidi ed empi), mi sento schiacciare dal peso di tanto male, di tanta violenza che quell'innocente ha schiantato.