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La dichiarazione dei redditi che in queste settimane gli italiani stanno presentando all’Erario contiene una novità rilevante, ossia la possibilità di destinare il 5 per mille delle imposte pagate al sostegno al volontariato, al finanziamento della ricerca scientifica e sanitaria, ad attività sociali dei comuni di residenza.
Tv e stampa, in questo periodo, sono inondati di pubblicità di enti e associazioni dai più apprezzati a improbabili aggregazioni parapartitiche, che chiedono di destinare loro tale quota di imposta.
Non è il caso di soffermarsi sul fatto che associazioni che non hanno mai fatto né volontariato né ricerca concorrono alla spartizione dei fondi, perché ciò rientrerebbe nella casistica degli sperperi e delle regalie all’italiana. E non è il caso nemmeno di fare nomi, perché sicuramente ne dimenticheremmo tanti altri.
La cosa che qui ci interessa affrontare è: quale filosofia, quale idea di società e di bene comune sta alla base del 5 per mille?

Dal sito della bella rivista mensile "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente intervista apparsa su "Noi donne" del novembre 2006, pubblicato su La nonviolenza è in cammino, n. 1480 del 15 novembre 2006.



Ha sette figli, 49 anni e vive a Bali. È la prima ostetrica al mondo ad avere ricevuto un premio per la pace, l'"Alexander Langer" 2006. Viene così riconosciuto quello che Maria Montessori ribadiva già un secolo fa: la costruzione di un mondo senza violenza parte dalle primissime esperienze dell'infanzia. Scrive Ibu Robin: "un inizio della vita sano e dolce è il fondamento di una vita d'incanto. La pace nel mondo può venir costruita cominciando oggi, un bambino per volta".
L'impressione immediata che si riceve da questa donna dalla statura minuta, il parlare lento ed essenziale e gli occhi attenti a cogliere il senso di ciò che la circonda, è quella di una persona abituata più alla prassi che alle parole. Siamo andate ad incontrarla a Roma all'appuntamento organizzato dal Centro informazione maternità e nascita "Il melograno", a cui si deve la candidatura al premio di questa "ostetrica dai piedi scalzi". La motivazione: "il suo impegno a favore di una gravidanza sana, un parto dolce, un'accoglienza felice del neonato, e contro la malnutrizione e la crescente tendenza a medicalizzare l'evento della nascita".
Quando è il suo turno di intervenire Ibu Robin Lim si limita a mostrare e illustrare, attraverso un video, il lavoro svolto nel Centro per la nascita da lei fondato a Bali nel 1994 (dove lavorano 29 ostetriche indonesiane coadiuvate da venti volontari internazionali) e nella "Tsunami Relief Clinic", costruita ad Aceh, nell'isola di Sumatra, utilizzando il legno recuperato dalle distruzioni dell'onda anomala del 2004.
Conclusa la proiezione sono molte le curiosità rimaste tra chi la ascolta.
E lei, calma, risponde a tutte le domande, sempre parlando poco di sè e molto del lavoro che si svolge in una Indonesia visitata da una nuova emergenza alimentare: quella causata dalla presenza di Ogm nella soia e dalla mancanza di creatina nel riso prodotto a livello industriale, più povero a livello nutrizionale. La carenza di proteine nella soia e nel riso coltivati a partire dagli anni Ottanta è causa di un significativo aumento di emorragie da parto e di morti nelle partorienti.