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Riceviamo dal Prof. Giorgio Nebbia il seguente suo articolo, pubblicato su "La Gazzetta del Mezzogiorno" di martedì 20 giugno 2006.
Il tema del nucleare sta entrando nuovamente nell'agenda del dibattito politico, sia sotto il profilo energetico, visto l'aumento del petrolio, sia sotto l'aspetto militare.
E mentre ritorna questo tema, sembra celarsi la memoria storica che ci aveva portato, anni fa, a respingere, con un referendum popolare, la scelta del nucleare, partendo da considerazioni non di rifiuto aprioristico, ma da valutazioni reali di rischio oggettivo per l'ambiente e l'uomo, valutazione che sono ancora attuali.

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L'estrazione di energia dal nucleo atomico è stata uno dei temi ricorrenti da sessant'anni a questa parte. Considerata potente arma di guerra, poi diventata speranza di pace e di progresso economico, poi declinata sotto l'incubo di alcuni incidenti catastrofici, come quello di Chernobyl di venti anni fa, e sempre presente negli arsenali militari, l'energia nucleare è ora tornata all'attenzione dell'opinione pubblica sotto diversi aspetti. Da una parte esiste l'incubo che alcune potenze, che l'America e l'occidente considerano ostili, possano fabbricarsi una bomba atomica asiatica, nell'Iran islamico e nella Corea del Nord, ultima isola comunista nel mondo.

Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 8 agosto 2006

Era il 6 e il 9 d’agosto, come di questi giorni, nel 1945 quando le due prime bombe atomiche americane, della potenza distruttiva equivalente a quella di alcune diecine di migliaia di tonnellate di tritolo, distrussero le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki costringendo il Giappone alla resa e ponendo fine alla seconda guerra mondiale. Con questo atto di guerra gli Stati Uniti avvertirono il mondo che era possibile costruire armi di distruzione di massa come nessuno aveva mai conosciuto prima. Alcuni sperarono che tali armi, capaci di distruggere la vita di interi continenti, avrebbero reso la guerra una cosa superata, vecchia, inutile.


Comunicato stampa – Milano 18 settembre 2006

UNA NUOVA INIZIATIVA UNITARIA SUL DISARMO ATOMICO


Sulla base di un appello lanciato da Padre Alex Zanotelli
Parte da Milano il 17 settembre 2006 (l’incontro si è tenuto alla Casa per la Pace della Provincia)

Si è tenuta il 17 settembre a Milano, presso la casa per la Pace della Provincia (via Ulisse Dini, 7), la riunione delle associazioni convocate per discutere il lancio di una nuova campagna per il disarmo atomico su basi di nonviolenza attiva. (vedi file allegato)

La riunione ha registrato un consenso unanime e convinto sugli obiettivi indicati nell’appello “FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO” (circa 500 firme, primo firmatario Alex Zanotelli): sensibilizzare la popolazione sul rischio guerra nucleare ed ottenere la liberazione del territorio italiano (ed europeo) dalla presenza di ogni tipo di ordigno nucleare (dissociando l’Italia dal “nuclear sharing” della NATO).
Si è altresì concordato sul cosa fare nell’immediato: supportare le iniziative antinucleari in corso, prendere contatti internazionali, coinvolgere nuove forze, costruire appoggio popolare alle iniziative istituzionali (ad es. mozione Martone al Senato) che recepiscono i contenuti del movimento.

Si sono anche discusse e decise le modalità di un coordinamento iniziale di lavoro che deve facilitare la messa in comune di energie e di risorse, con uno spirito di apertura e di ricerca attiva nel coinvolgimento di nuove realtà associative.
Partita l’iniziativa antinucleare comune, la “campagna” in senso proprio ed effettivo verrà definita e lanciata con un nuovo incontro previsto ad inizio novembre.

Hanno aderito, per il momento, le seguenti associazioni e gruppi: Campagna OSM-DPN, Greenpeace, Ldu, Loc, Berretti Bianchi, Comitato Solidarietà al nonviolento Turi Vaccaro, Mir, Fucina della nonviolenza, Movimento Nonviolento, Centro studi difesa civile, Rete Lilliput, Rete per il Disarmo, Beati i costruttori di pace, Pax Christi, Assopace, Gavci, Centro Gandhi Pisa, No alla guerra nucleare, Bastaguerra, Kronos Pro Natura, Cooperativa Studio 3R, Partito Umanista – Associazione Chico Mendes, Tavola Pace e della Cooperazione di di Pontedera, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Tenda della Pace Bellusco, Coordinamento Nord-Sud, Centro Studi Sereno Regis, Associazione culturale Punto Rosso, Ordine Francescano Secolare, Rivista “Il Provinciale”, Rivista “Poliscritture”, Associazione Umanista Mondo senza Guerre, Conferenza Istituti Missionari in Italia, Associazione Nuova Realtà, Associazione Culturale Mediterranea, Reporter Associati, Comitato Pace e Disarmo Napoli

Info: Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la Difesa popolare nonviolenta

Massimo Aliprandini tel. 02-5810.5815

Gruppo di lavoro “NO ALLA GUERRA NUCLEARE” (Alfonso Navarra cell. 349-5211837)

Da Patrizia Creati ad Alfonso Navarra
Una richiesta di aiuto. Vorrei che mi risondessi alle seguenti domande:
"Quale margine di trattativa l'Europa può avere con la Russia sul nucleare? Esiste uno spazio di incidenza italiano e NATO sulla distensione nucleare in Europa?"
"Esiste un nesso tra la presenza delle atomiche americane in Europa e le vicende mediorientali, in particolare con la vicenda iraniana?"
"Cosa possiamo fare noi italiani sapendo che la Russia intenderebbe vendere all'Iran missili per la difesa degli impianti nucleari in caso di attacco?

«Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra».

Vi segnalo il resoconto che ho ricevuto da un amico dell’ENEA che ha partecipato all'incontro sul tema “Sicurezza dei Territori e Impianti Nucleari nel dopo Fukushima”, organizzato dal Comitato ENEA “Franco Iacovoni” per il SI ai Referendum, lunedì 16 maggio presso il Centro Ricerche della Casaccia (Roma). Mi sembra davvero importante:

Chernobyl è diventata ormai un’icona mediatica e, intorno alla tragedia, ha prodotto – esaltandole - modalità di attrazione che rispecchiano quelle tipiche dell’industria del marketing. Una di queste modalità è rappresentata dall’“accoglienza dei bambini di Chernobyl”. Nulla di strano e nulla di male! Ci si aspetterebbe, però, che, dopo quasi 20 anni, un sentimento di maggiore consapevolezza pervadesse il vasto movimento dell’accoglienza. Forse non è cosi e se è così, probabilmente, mancano gli strumenti per esplicitarla.

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