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L'attacco missilistico americano contro le postazioni militari del regime di Bashar Al Assad, decise ed eseguite nella notte scorsa dal Presidente Trump, rappresentano e confermano la irresponsabilità e l'assenza di una strategia politica internazionale che circonda la crisi siriana.

L'utilizzo di armi chimiche nel conflitto siriano sia da parte del regime di Assad che da parte dell'ISIS, purtroppo non è una novità.

Quanto accaduto, martedì scorso, nella città di Khan Sheikhun, nei pressi di Idlib, dove hanno trovato la morte almeno 72 persone di cui 20 minori ed un centinaio di persone sono rimaste intossicate e ricoverate nei centri sanitari della zona.

1. All’inizio di questo nuovo anno porgo i miei sinceri auguri di pace ai popoli e alle nazioni del mondo, ai Capi di Stato e di Governo, nonché ai responsabili delle comunità religiose e delle varie espressioni della società civile. Auguro pace ad ogni uomo, donna, bambino e bambina e prego affinché l’immagine e la somiglianza di Dio in ogni persona ci consentano di riconoscerci a vicenda come doni sacri dotati di una dignità immensa. Soprattutto nelle situazioni di conflitto, rispettiamo questa «dignità più profonda»[1]e facciamo della nonviolenza attiva il nostro stile di vita.

Il 22 novembre 1916 a Coderno di Sedegliano in Friuli nasceva David Maria Turoldo. A cent'anni di distanza finalmente è stata pubblicata una biografia completa e puntuale di questo "maniaco di Dio", come lui stesso si definì. Questo poderoso lavoro (David Maria Turoldo. La vita, la testimonianza (1916-1992), Morcelliana, Brescia 2016, pp. 448) è opera di Mariangela Maraviglia, docente di Storia della Chiesa nelle scuole teologiche delle diocesi di Pistoia e di Prato, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Mazzolari di Bozzolo, giornalista pubblicista.

Il nostro Governo ha deciso di procedere ad un intervento di natura militare in Libia denominato "Ippocrate".

Il medico e scienziato Ippocrate direbbe che per superare le sofferenze bisognerebbe andare alle cause e riterrebbe sbagliato il ricorso allo strumento militare per risolvere una situazione degenerata proprio a seguito di devastanti spedizioni  militari. Più volte è capitato all'Italia di vendere con una mano armi e di offrire con l'altra aiuti sanitari in un gioco orribile e contraddittorio di interventi contrapposti (un esempio: la vendita di mine antiuomo nel Corno d'Africa e l'invio di medici per curare i colpiti dalle mine).

La Rete Italiana per il Disarmo e la Rete della Pace esprimono  forte preoccupazione sulla decisione da parte del Governo Italiano di procedere ad un intervento di natura militare in Libia, e ribadiscono la propria contrarietà a qualsiasi tipo di intervento armato.
La soluzione per la grave situazione conflittuale in corso da anni in Libia potrà derivare solo da una visione politica ampia che metta al primo posto la ricostruzione di un tessuto democratico a partire dal rafforzamento della società civile, cosa impossibile da effettuarsi con le armi.
A maggior ragione nel momento in cui all'imminente sconfitta di Daesh in Libia rischia di riaccendersi una guerra civile tra Tripoli e Tobruk come già evidente negli ultimi recentissimi sviluppi relativi alla avanzata delle milizie del generale Heftar, nella  cosiddetta Mezzaluna petrolifera.

Le immagini che abbiamo visto, in tutti i media, dei corpi dei poliziotti turchi, costretti a stare seduti in terra, ammucchiati e denudati, rimandano a quelle dei racconti delle ragazze e ragazzi protagonisti, quindici anni fa, della “macelleria messicana” (così venne definita allora) del G8 di Genova. Foto sovrapponibili per un comune denominatore: l’umiliazione della dignità umana e la soppressione dei diritti civili, politici e sociali.