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Pubblichiamo queste notizie provenienti da Muhanga in Congo che Padre Giovanni ha scritto per un giornale diocesano di Pinerolo. Ricordiamo che attualmente a Muhanga si trova la nostra amica Antonella Cappè.

Sosteniamo il progetto di cooperazione sanitaria che l'associazione la Pietra Vivente di Massa sta realizzando nel villaggio di Muhanga (Rep. Dem. del Congo)


Questo anno a Muhanga (regione del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo) c’è stato il primo raccolto di manioca dal periodo della guerra, che qua è stata pesantissima nel 2003, nonostante che gli accordi di pace fossero già stati siglati. Nel 2003 tutti gli abitanti del villaggio furono costretti a fuggire perché le varie fazioni continuavano a scontrarsi, a violentare e saccheggiare la popolazione civile.
Oggi c’è pace a Muhanga, anche se ci sono ancora i soldati, i Maymay, oggi riconosciuti dal governo congolese, e gli stessi hanno stipulato nell’area un patto con gli Interhamwe. Ma non tutta la regione del Nord Kivu è così tranquilla, la Monuc (Missione ONU Congo) è ancora presente, anche se poco attiva, perché comunque ci sono ancora gruppi di soldati o singoli armati, che saccheggiano e derubano la gente, e perché è ancora irrisoluto il problema di far rientrare i profughi rwandesi nella loro terra.
Padre Giovanni è uno del “piccoli attori” che lavora per la pace, e forse oggi è la sua più importante missione. Se pure arrestato nel 2002 e accusato di favorire i rwandesi e di dialogare con tutti, se pur ha perso la parrocchia di Lukanga, ha continuato a stare vicino al “suo gregge” che si era spostato nella foresta per trovare terre da coltivare.
Scudi umani, mediatori di pace, compartecipi alle sofferenze della guerra… Giovanni e Concetta (un’ostetrica italiana da 30 anni nell’area) hanno deciso di restare vicino alla gente inerme, indifesa, che aveva scelto di non imbracciare un fucile.
A Muhanga, nel villaggio in foresta, quest’anno c’è stato il primo raccolto di manioca e fagioli, si cominciano a rivedere le galline, i porcellini d’india, qualche capretta… Il Comitato di Sviluppo del villaggio ha ripreso tutte le attività: il mulino è funzionante, come pure la falegnameria e l’officina; stanno costruendo nuove scuole elementari e da marzo a luglio hanno costruito un dispensario, struttura però insufficiente per garantire un minimo di tutela sanitaria soprattutto per le donne e i bambini, considerando che l’ospedale più vicino è a 130 chilometri di strada sterrata.
Il medico responsabile distrettuale ci ha fatto una proposta, accettata dal Comitato di Muhanga, che abbiamo accolto subito e volentieri: finanziare la costruzione di una Maternità, per garantire un parto più sicuro per le donne e una nascita più sicura.
Sono sufficienti 8.000 euro, il costo del materiale, perché il lavoro è gratuito e volontario da parte degli abitanti del villaggio.
Noi abbiamo aggiunto anche l’impegno a raccogliere 3.000 euro con cui garantire l’approvvigionamento di farmaci per il dispensario, per un anno; e 4.000 euro per permettere alle 4 donne volontarie che operano del dispensario di frequentare a turno, per tre mesi, un ospedale, come momento di formazione e aggiornamento.
Il totale è 15.000 euro che dobbiamo raccogliere, ma i bambini di Muhanga e i suoi abitanti ci chiedono di più, ci chiedono di andarli a trovare, di continuare il ponte che abbiamo iniziato a costruire che è percorso solo in un senso, perché una legge assurda e gli egoismi del mondo ricco, stanno costruendo muri invalicabili per gli abitanti del sud del mondo: oggi nessun congolese può pensare di venire in Italia, anche solo per un breve periodo di soggiorno.
Sostenere Muhanga è uno dei modi per costruire la pace dal basso, nel periodo delle guerre e per affermare senza ipocrisie che ogni bambino che nasce a qualsiasi latitudine della Terra, ha diritto a crescere e invecchiare in pace.

Ottobre 2005

Associazione La Pietra Vivente

Pubblichiamo questo articolo di Elena, studentessa alla facoltà di "Operatori di Pace" di Firenze, che ha trascorso due mesi a Muhanga in occasione delle recenti elezioni che si sono svolte in quel paese.

A Muhanga il Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ha avviato da tempo il progetto "UN PONTE PER IL CONGO a sostegno del villaggio di MUHANGA", in collaborazione con l'ASL n. 1 di Massa Carrara.
Chiunque volesse sostenere economicamente il progetto può fare il versamento sul conto corrente dell'Accademia Apuana della Pace (leggi le coordinate bancarie), inviandoci una email alla Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. dell'AAdP, comunicando l'avvenuto versamento ed indicando i dati per ricevere la relativa ricevuta.


Arrivare a Kimbulu è come entrare in un altro mondo.
Non è la prima volta che vengo in Africa, ma qui è come se venissi trasportata indietro nel tempo, alle origini dell'uomo.
Ho la fortuna di arrivare in prossimità del "Tuungane" ( che significa "insieme"), la riunione dei rappresentanti dei comitati di sviluppo dei villaggi presenti nel raggio di duecento chilometri. È impressionante per noi "wazungu" (europei) vedere centinaia di africani discutere del proprio futuro; siamo troppo abituati a pensarci come i salvatori del mondo per poter credere che anche in Africa esistano realtà in cui il dialogo, la progettazione e la cooperazione siano ordinariamente considerati valori (prima lezione africana).
Si sente in ogni caso la vicinanza delle elezioni. Sono presenti due candidati alla camera dei deputati a cui è lasciato largo spazio per esporre le proprie idee e programmi. Uno è il Dr Angy, il quale, essendo medico, punta molto su temi riguardanti la sanità e la salute; l'altro è una donna, Juliette ........, che ho l'opportunità di intervistare.
Oltre alla biografia, mi faccio raccontare il suo programma elettorale e la condizione delle donne in politica secondo il suo punto di vista: il programma è basato sullo sviluppo e sulla valorizzazione della figura femminile, mettendo al primo posto il problema dell'analfabetismo. Il discorso verte su tematiche piuttosto vaghe senza delineare progetti precisi per il futuro. A suo parere è l'Europa che deve dare i fondi al Congo RD per rimettersi in piedi. Le obietto che il Congo è un paese pieno di risorse naturali e che semmai la classe politica dovrebbe trovare un modo per sfruttare quelle dando ricchezza al paese senza ricorrere all'assistenzialismo dell'Occidente. Rimane interdetta e la discussione si chiude lì.

Carissimi tutti,
Vi avevo promesso notizie sul mio recente soggiorno a Muhanga.
Sono partito con Giovanni il 25 giugno, rompendo una tradizione che dal 2002 si ripete
regolarmente ogni anno per le feste natalizie. Sono partito prima perché mi sono reso conto che era estremamente necessario esserci come "scudo umano" assieme a Giovanni, Concetta e Graziella...ho sentito il bisogno di dividere con loro questa esperienza forte ed ora sono contento di averlo fatto e sono sicuro che laggiù la nostra presenza di BIANCHI serve davvero.
Giovanni durante la Santa Messa ha raccontato alla gente che eravamo lì perché avevamo saputo che erano in pericolo....dopo i ringraziamenti qualcuno ha chiesto che cosa pensavano di noi in Italia, del fatto che coscientemente avessimo scelto di mettere in pericolo la nostra vita.... qualcuno ha chiesto all'assemblea che cosa pensasse del nostro gesto... bellissime le parole di Michel, di JeanPierre, di Janvier...c'era grande commozione e, in quel clima indescrivibile, abbiamo sentito rinascere la speranza, la fiducia , la voglia di non abbandonare il villaggio seppure in mezzo a mille difficoltà....

I Bambini di Muhanga - Nord Kivu - Repubblica Democratica del Congo

Jetaime, Verité, Promesse, Miracle, Amani(Pace), Nzoli(Sogno), Bienvenue, Bonannée, Gloria, Grace, Tuungane(Insieme)... questi i nomi ricorrenti dei bambini nel villaggio di Muhanga, nel cuore della foresta del Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo...
"Fiori selvaggi" (così li definisce Don Giovanni Piumatti missionario in Africa da quasi 40 anni), che chiedono a gran voce di vivere in pace….."lasciateci vivere nelle nostre capanne, allevare i nostri figli, coltivare i nostri campi...tenetevi pure quello che ci avete rubato, ma ridateci la pace", così gli abitanti del villaggio si presentavano a Butembo nel 2001 al Primo Simposio per la Pace in Africa.

Alcune note di Don Giovanni Piumatti sulla situazione catastrofica dell'intero Kivu (Muhanga - Congo)...In piena foresta Don Giovanni ha subito una violenta aggressione da parte delle forze  militari riconducibili al ribelle filoruandese Nkunda ....il villaggio mediatico globale tace.... (Elia Pegollo)

Muhanga-Buynatenge

La situazione di queste località e del Nord-kivu è disastrosa, ma la comunità internazionale continua a restare muta e forse anche complice?...

Metà luglio a Muhanga-Bunyatenge sono arrivati le FRDC (esercito regolare della R.D. Congo) con il compito di braccare i ribelli armati: FDLR (Hutu rifugiati dal 1994) e May-May.

Le FRDC hanno il compito di pulire il territorio da tutte le forze negative: l¹operazione chiamata "KIMIA" (=silenzio) è condotta dall¹esercito regolare formato da un miscuglio di ex gruppi armati tra cui anche CNDP (ex soldati ribelli di Nkunda di provenienza ruandese) i quali sono stati obbligati a far parte dell¹esercito congolese. E la convivenza è difficile se non impossibile!!!.

Gli assalti continui nei villaggi, case bruciate, violenze, saccheggi...  milioni di sfollati vaganti sulle strade, senza assistenza e tutto nel silenzio. Le stesse cose succedevano con gli eserciti ribelli di Nkunda e altri e allora la comunità internazionale era presente e giustamente denunciava! In più tutti questi massacri restano impuniti, e i mandanti occupano posti di responsabilità!!!

Non ci si chiede perché tanti disordini creati e/o voluti  da chi?

La stampa internazionale ignora alla grande tutto quello che avviene nel Nord  e Sud Kivu.

La popolazione locale viene cacciata dalla sua terra, per dare posto a gente che viene dal Rwanda (Tutsi); eppure ci sarebbe posto per tutti e si potrebbe convivere in fraternità e nel rispetto reciproco come era negli anni 80 e prima ancora...

Ci domandiamo se c¹è un piano diabolico d¹eliminazione di un popolo a favore di un altro! In certi paesi si chiama GENOCIDIO, ma in Congo, si chiama GUERRA TRIBALE...

Non si contano i 6 milioni di Congolesi morti in questi ultimi 15 anni, giustamente si fa memoria del triste Genocidio del 1994 in Rwanda!   (800.mila morti)

Molti ONG scorazzano per le strade di Butembo, Beni, Goma... ma non possono andare nei posti dove la popolazione è asserragliata fra forze governative e ribelli: LA STRADA E¹ PERICOLOSA e questo vale per ONG e ONU. Eppure  sono in R.D.Congo  per venire in aiuto alla popolazione!

La CICR (croce rossa internazionale) percorre queste "strade pericolose" con tre macchine solo per ricuperare 1 FERITO RIBELLE!!  e non si ferma neanche a guardare o salutare la popolazione del posto...

Giustificano la mancanza di distribuzione di aiuti umanitari in zone rosse, perché poi arrivano i militari e saccheggiano... Intanto però in posti cosidetti accessibili, ma non immuni da saccheggi, arrivano camion di viveri e non viveri.... Forse per rifornire tutte la persone armate?

C¹è veramente un complotto  internazionale organizzato per l¹eliminazione di popoli?

L¹ONU (MONUC) continua a predicare che la sua missione in Congo ha la priorità di difendere i civili...ma sono presenti quando c¹è da contare i morti! Allora la strada non è più pericolosa?

Gli Hutu-FDLR chiedono con insistenza il DIALOGO INTER-RUANDESE.

Dialogo non accordato; piuttosto si cerca di braccare queste persone per farli sparire a tutti i costi... ALTRO GENOCIDIO!

La Comunità internazionale resta muta, sa benissimo quello che avviene un questa Africa Nera, come sa che lo sfruttamento del sottosuolo è una manna specialmente se la regione è svuotata dalla gente che coltiva i suoi fagioli...

Per arrivare alla pace è necessario risolvere il problema solo con le armi e la morte???? Non ci sarebbe anche il dialogo?

Come dice OBAMA "la democrazia non si porta con le armi e i carri armati..."

Questa è l'intervista che Don Giovanni Piumatti, missionario a Muhanga (Congo), ha rilasciato qualche giorno fa in merito all'aggressione subita da parte dei militari riconducubili al ribelle filoruandese Nkunda, attualmente inseriti nello esercito regolare... (Elia Pegollo)