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Non aveva partecipato ai festeggiamenti per l’indipendenza indiana, dopo averla conquistata con il satyagraha (la forza della verità o nonviolenza), perché la separazione tra India e Pakistan era per lui una grande sconfitta. E’ stato assassinato da un giornalista indù, alla testa di un complotto, che non gli aveva perdonato la sua azione per la riconciliazione religiosa e la sua apertura ai musulmani. Gandhi, che era di religione indù, fu considerato dai fondamentalisti di entrambe le parti come un traditore. Sono passati 70 anni, da quel 30 gennaio del 1948, e il fondamentalismo fanatico pseudo religioso è ancora un pesante ostacolo per tanti processi di pacifica convivenza.

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Un'immagine vale più di mille parole, dicevano gli antichi cinesi. Per parlare di uno stile di presenza, di atteggiamenti, di differenze nel comunicare e nello stare in relazione da parte delle forze dell'ordine prendiamo avvio da un cortometraggio, che alcuni anni fa è stato premiato nel corso di importanti festival di settore, come Linea d'ombra, Lo sbarco dei corti, Capalbio film festival, Fano Film Festival.