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Pubblicato su "Nonviolenza femminile plurale", n. 121 del 9 agosto 2007, tratto dal sito www.50e50.it riprendiamo il testo della relazione svolta da Lidia Campagnano all'incontro sul tema '50 e 50: per una nuova esperienza della politica" svoltosi all'Università di Pavia il 12 maggio 2007 sulla proposta di legge e sulla relativa campagna promosse all'Unione donne in Italia (in sigla: Udi).


Ringrazio di cuore "Usciamo dal silenzio" e l'Università di Pavia per questo appuntamento al quale partecipo con molto piacere. E vi ringrazio per l'accoglienza che mi avete riservato, calda e gentile.
La proposta che l'Udi ha messo in campo è semplicissima: una proposta di legge di iniziativa popolare, costituita da un breve articolato con il quale si dichiarano irricevibili le liste lettorali che non alternino candidate e candidati e non prevedano una misura del 50% tra candidate e candidati, qualunque sia la forma assunta dalla competizione elettorale e di qualunque appuntamento elettorale si tratti, amministrativo o legislativo. Il nome e lo slogan della campagna è: "50 e 50 ovunque si decide".
Quello che mi preme di comunicarvi è il tessuto di pensieri che ha portato a questa proposta, e che intende reggere questa che sarà - dirò una parolaccia, anzi, due parolacce insieme, di quelle che non si usano più - una "campagna popolare".
Cosa voglia dire poi questa espressione, questo reperto archeologico, soprattutto se ripescato da donne, è cosa che secondo me dobbiamo o possiamo desiderare di decidere tutte insieme, in un vero e grande dibattito politico.
Semplice l'articolato di legge che offriamo alla firma di donne e uomini, complesso il tessuto di idee. Perciò, come in un dibattito fondato su una autenticità, di qui in poi dirò di ciò che io personalmente penso di portare nella campagna dell'Udi, invece che presumere di rendere un'idea "media" dei pensieri delle donne dell'Udi. E inizierò dalla mia lettura della proposta di legge.

COMUNICATO STAMPA

"Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate .Un progetto per il recupero ciclo-pedonale della Ferrovia Marmifera di Carrara"

Nell'ambito della Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate , prevista per la prossima domenica 2 marzo , Fiab - Ruota Libera Apuo-Lunense ha organizzato due manifestazioni per ricordare la Ferrovia Marmifera di Carrara, arditissima opera di ingegneria che ha pochi eguali in Italia (da 0 a 500 metri s.l.m. in poco meno di 14 km). Le iniziative che i cicloambientalisti apuani hanno inteso organizzare in questa importante occasione sono articolate in due giornate.

Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) riceviamo e diffondiamo il seguente intervento di Daniele Lugli che appare anche nel sito www.nonviolenti.org Daniele Lugli (per contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) è il segretario nazionale del Movimento Nonviolento, figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed è persona di squisita gentilezza e saggezza grande


I timori della vigilia si sono dissolti al sole di Vicenza, nel fiume di persone, donne uomini, bimbi, giovani, adulti, anziani che l'hanno stretta in un festoso abbraccio per ore. La partecipazione, larga e consapevole, è un messaggio preciso a chi, con responsabilità istituzionali, ha cercato, con i suoi messaggi, di scoraggiare l'affluenza. Gli applausi tributati ai cittadini americani, che hanno manifestato già nel corteo la loro adesione all'iniziativa, hanno dato un segno ben diverso dal bruciare bandiere a stelle e strisce, come in altre occasioni avvenuto. Può essere un insegnamento importante anche per chi crede di farsi così antagonista/protagonista (e come tale viziato dai media).
Lascia molti e differenti impegni e la speranza che siano ben affrontati.
In primo luogo ciò vale per i cittadini di Vicenza. A loro spetta allargare e approfondire la consapevolezza che la loro è azione per un vivere civile e partecipato, in un ambiente migliore e più sicuro, e assieme indicazione che altre sono le basi - di confronto, convivenza, collaborazione piuttosto che militari - da costruire e ampliare, nei popoli e tra i popoli.
È una riflessione che si consegna ai rappresentanti eletti. Ad essi spetta il non facile compito di elaborare e tradurre in conseguente azione, di politica interna ed estera, una volontà di pace, che ha un punto sensibile nella questione delle basi militari a disposizione di guerre sempre più illimitate e incontrollate.
Costituisce un banco di prova per lo stesso movimento per la pace. A tutte le sue componenti dovrebbe essere ora più chiara la necessaria congruenza tra i fini e i mezzi impiegati, per diffonderli e approfondirli. La maturità dimostrata, anche in condizioni difficili e aperte alle provocazioni (triste e inquietante il ritorno della sigla Br alla vigilia della manifestazione), è punto di partenza.
Il Movimento Nonviolento, unito a tutti gli amici della nonviolenza (e ce ne erano veramente tanti nel corteo), non farà mancare il suo più persuaso contributo in tutte le sedi e le forme che saranno possibili. Sarebbe piaciuto ad Aldo Capitini quel corteo di popolo in cui si mescolavano grandi idee e concretissime rivendicazioni ("patate e ideali" avrebbe detto) e in cui si manifestava quel potere di tutti, senza il quale non si dà vera democrazia.