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Cari amici, il 22 ottobre si è conclusa la campagna di raccolta fondi “La nostra idea di pace” a sostegno della costruzione di un Centro pediatrico a Nyala, in Darfur.
Il nostro obiettivo era di riuscire a raggiungere la cifra necessaria a coprire tutti i costi di costruzione ed equipaggiamento del Centro pediatrico, che offrirà assistenza sanitaria gratuita e di elevata qualità a bambini fino ai 14 anni.

Pubblicato su “Notizie minime della nonviolenza”, n. 209 del 11 settembre 2007


Bisogna che ci guardiamo dentro, perché, se stiamo male nelle città, è anche perché non ce ne chiariamo le ragioni.
Si è fatto un gran rumore mediatico su iniziative del governo come se davvero i ministri non sapessero quel che si dicono. È ovvio che ci sono leggi e leggi e che nessuno pensa che il colluso di mafia o l'evasore siano analoghi a lavavetri e graffitari, magari con l'aggravante che i primi non andrebbero in galera e gli altri sì. Forse bisognerebbe riflettere sugli anni impiegati per cacciare Previti dal Parlamento o sulle difficoltà di abrogare la legge Cirielli, per dare le responsabilità del sostegno alla corruzione a chi effettivamente se ne fa responsabile...
Faccio questa premessa perché sono preoccupata, da nonviolenta che ha sempre fatto politica con il senso del limite di vivere solo nel 2007 d. C., del livello di violenza che sta crescendo - e non solo in Italia - all'interno delle nostre città e, perfino, delle nostre famiglie. Con qualche competenza delle conseguenze che trae con sè ogni fenomenologia bellica, potrei far ricadere tutte le responsabilità sulla guerra che, anche come forma di competitività, di ambizione, di rabbia, di intolleranza, ci assedia da ogni parte. Ma non mi va.
Non c'è continuità o almeno contiguità tra privato e pubblico, come si diceva in anni lontani? Possiamo prevenire la crescita dell'odio e della violenza? a Bologna il domenicano p. Paolo Garuti ha abbandonato l'assemblea del Quartiere in cui il Comune intende concedere il permesso di costruire una moschea perché gli interventi del pubblico "sono stati davvero di tipo razzistico... come discutere con qualcuno che giustifica il matricidio...
C'erano gli estremi per la diffamazione". Che "difesa" è quella di chiedere l'esclusiva della propria identità "contro" quella - di per sè non colpevole - di altri? Si sta già chiamando la guerra...

Severino Filippi ci segnala questo articolo di Lio cristina, pubblicato sul sito Lo straniero, sul così detto disagio giovanile, visto dal di dentro.

Siamo quelli che se ci chiedete cos’è il disagio giovanile… magari, aspettate un attimo che ci pensiamo un po’, vediamo…

Siamo quelli che se, a fatica e dopo tanto sbattimento interiore, vi diciamo finalmente cos’è che ci pesa dentro come un macigno e voi non trovate niente di meglio da dirci se non un “pensa alla salute” dandoci una pacca sulle spalle, rischia che non ci vuole molto per mandarvi affanculo.

Siamo quelli che se non hai capito un cazzo di noi e di quello che ci passa per la testa, allora l’unica cosa da dirti è proprio vaffanculo.

Siamo quelli incazzati con il mondo, e c’è sempre un motivo, certo che c’è un motivo...

Siamo quelli che un giorno spaccheremmo il mondo e la mattina dopo non abbiamo voglia nemmeno di alzarci dal letto.

Siamo quelli che prendono un treno e vanno affanculo e lasciano tutto com’è. O che partono e vanno lontano solo per sentire poi la voglia di tornare. Che sperano che senza di loro almeno qualcosa sia cambiato.

Siamo quelli che andiamo lontano senza muovere un passo e che tutte le valige che ci avete regalato per farvi i fighetti navigati esperti di mondo ve le potete pure riprendere.

Siamo quelli alla moda.

Siamo quelli che l’amore è un casino, il lavoro è un casino, la vita è un casino e anche in famiglia non è che va proprio tutto così bene.

Siamo quelli dell’innamoramento facile e che “se una porta si chiude”, un portone che si spalanca lo stiamo ancora aspettando.

Siamo quelli che il cellulare oggi non squilla…

Siamo quelli che l’amore è una cosa seria e una scopata è solo una scopata.

EMERGENCY
e'decisa a continuare con tenacia nel chiedere
la liberazione di Rahmatullah e Adjmal.

Sull'onda del sostegno che stiamo raccogliendo in questi giorni,
l'associazione ha deciso di organizzare una manifestazione nazionale
con Teresa Sarti .

*LIBERI ANCHE LORO

SABATO 31 MARZO A ROMA
PIAZZA NAVONA
dalle 14 alle 17*


Comprendiamo benissimo che l'impegno di tutti è già messo alla prova nelle nostre città. Abbiamo però un'occasione imperdibile di unire i nostri sforzi e di raccogliere intorno a noi i tanti cittadini che in questi giorni hanno espresso sostegno al nostro appello.

E' IMPORTANTE ESSERE NUMEROSI AFFINCHE' LE NOSTRE RICHIESTE AL GOVERNO ACQUISTINO MAGGIOR FORZA.

Per questo, avremo a disposizione uno spazio importante come è quello di piazza Navona.
Stiamo coinvolgendo il mondo della cultura e dello spettacolo, perchè insieme a noi chiedano in un'unica voce, dal palco che ci sarà sulla piazza, la LIBERAZIONE DI RAHMATULLAH E ADJMAL.

richiesta di informazioni e adesioni possono essere inviate all indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

VI ASPETTIAMO


un abbraccio stretto ...sino alla liberazione

Emergency

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