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La quinta notte apro la porta sull'inferno. Dal buio dello stanzone esce un alito di aria intensa e arroventata che impasta la gola. Si accende un lumino e rischiara una distesa di decine di persone, ammassate come stracci su tranci di gommapiuma. Niente lenzuola, a volte solo un asciugamano fradicio di sudore sotto le coperte di lana. Nemmeno un armadietto hanno messo a disposizione: ciabatte e scarpe sono sparse sul pavimento, i vestiti di ricambio dentro sacchetti di carta. Rischio di calpestare una serpentina incandescente, collegata alla presa elettrica da due fili volanti. Qualcuno sta preparando la colazione per poi andare a lavorare nei campi. Cucinano per terra. Se scoppia un incendio, è una strage.

Una fitta al cuore. Dolore, immenso dolore. Centinaia, forse 500, forse di più. Vite spezzate, perse per sempre allo scrigno dell’Umanità. Ma già dimenticate, oblio totale. E’ passata una manciata di giorni e i valzer di palazzo, il grigiore delle cancellerie, gli inutili lustrini e chiacchiericcio della “gente importante” ha spazzato via tutto. Volti, occhi, voci che non conosceremo mai. E che qualcuno, in una latitudine lontana continuerà ad aspettare. Senza mai sapere cosa è successo.

In nome della sicurezza, gli europei prendono a picconate i loro valori e le loro libertà

In queste ore a Strasburgo si sta svolgendo la sessione plenaria del Parlamento europeo: l’unica istituzione eletta dell’Unione, un emiciclo che dal 1979, anno del primo suffragio continentale, sfida, con la sua sola esistenza, il concetto stesso di confine nazionale. Prima che Bruxelles diventasse la capitale delle istituzioni comunitarie, il Parlamento e la Corte europea dei diritti dell’uomo sbocciarono a Strasburgo, sulle rive del fiume Reno, proprio perché è su quelle acque che, per secoli, Francia e Germania incrociarono le baionette. Oggi, due guerre mondiali più tardi, un alsaziano che voglia prendere un gelato a Kehl, la prima cittadina tedesca oltre il fiume, inforca la bici: una ciclabile di qualche chilometro lo conduce al «ponte dell’Europa», simbolo della riconciliazione europea.

Grazie all'azione del GrIS (Gruppo Immigrazione e Salute)Toscana è stato fatto un passo importante verso una corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera.Il GrIS è una rete territoriale della SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) che entra nel merito delle scelte di politiche sanitarie che condizionano accesso e fruibilità del sistema sanitario da parte degli immigrati (regolari e non). 

Alcuni dei promotori della prima Marcia delle donne e degli uomini scalzi lanciano un nuovo appello. Lo inviamo qui a tutti coloro che aderirono a settembre, chiedendo di essere pronti a rilanciarlo a partire da lunedì prossimo quando verrà comunicato a livello nazionale.

L'intolleranza consiste nell'atteggiamento abituale di chi avversa le opinioni altrui, specialmente in materia politica e religiosa. È un atteggiamento improntato ad una rigida e risentita chiusura dogmatica nei confronti degli altri, che si manifesta dalle origini dell'uomo, con la sottomissione degli schiavi, le persecuzioni degli eretici, l'antisemitismo e con fatti di violenza verso i migranti e i non comunitari.