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La crisi della politica, che sta minando il nostro tessuto democratico, investe molteplici aspetti e, sicuramente trae origine da un sistema articolato ed intrecciato di cause. Non interrogarsi su questo, andando ancora una volta a cercare le cause esterne alla propria realtà, magari amplificando l'accusa di antipolitica, rischia di essere ancor di più deflagrante e di minare seriamente quelle fondamenta della nostra democrazia, di cui i partiti sono “una” colonna fondamentale, ma non l'unica.

La critica di Sofri al film di M.T. Giordana sulla strage di piazza Fontana richiama quella delle sezioni ANPI della Versilia e di Massa al film di Spike Lee sulla strage nazista di Sant’Anna di Stazzema.  Simili sembrano le ragioni alla base della contestazione di un autore di fama mondiale, fatta tra l’altro anche contro un giudizio diverso dell’ANPI nazionale, e per la quale le piccole Anpi subirono l’accusa di essere retrograde verso la cosiddetta espressione artistica libera e incontestabile.

Siamo stati in Val di Susa ospiti degli abitanti della valle: insegnanti, agricoltori, pensionati, studenti e abbiamo visto: un luogo attraversato da due strade statali, un'autostrada, un traforo, una ferrovia, impianti da sci, pesanti attività estrattive lungo il fiume.
Persone che continuano a curare questo territorio già affaticato da infrastrutture ed attività commerciali e cercano di recuperare un rapporto equilibrato con l’ambiente e la propria storia.
Una comunità che crede nella convivialità e nella coesione sociale e coltiva forti rapporti intergenerazionali.

La comunità scientifica chiede al governo tecnico di confrontarsi sul piano della logica e non dogmatico SCIENZIATI CONTRO TECNICI Il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società di meteorologia «Basta con il dogma dell'opera "strategica". Il governo usi il metodo scientifico e si confronti con i nostri dati»
«Cosa aspetta il governo tecnico a riportare la questione della Tav Torino-Lione su un piano strettamente tecnico, appunto?».

Mattia Pelli

Care-i,

immagino che come me stiate seguendo con il fiato sospeso quanto sta avvenendo in Valle di Susa. Non so che cosa ne pensiate, ma quello che è certo è che la narrazione da parte dei grandi media nazionali di quanto succede in valle sta mostrando tutta la faziosità e la poca professionalità del mondo giornalistico italiano. Le rimozioni, le mezze verità, le censure si susseguono: è quindi dovere di ogni cittadino/a che ha voglia di farsi un’opinione critica sugli avvenimenti in corso cercare e diffondere canali alternativi di informazione. Permettetemi allora di proporvi di lasciare per un attimo (se già non lo avete fatto) la strada segnata dei media mainstream e inoltrarci lungo i sentieri dell’informazione orizzontale, per cercare di contrastare l’occupazione coloniale non solo di una terra ma anche dell’infosfera che l’accompagna.

Il web ha fatto presto a divenire un bisogno radicale, avendo intercettato una motivazione profonda, che è quella di esprimersi, relazionarsi in modo complesso e, soprattutto, interagire con il mondo. In questo senso, ha democratizzato i processi della comunicazione. È nell’ordine delle cose allora che si cerchi di limitarlo e controllarlo. Ma chi ha paura di internet?