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Carissimi lettori di questa mail list,
vi scrivo per rassicurarvi che la pace sociale è definitivamente sancita. Sull'asse Roma, Rimini, Torino, Detroit inizia una stagione di progresso e competitività che porterà il nostro paese verso i fasti di un nuovo miracolo economico.
La presa di coscienza da parte di tutti che il conflitto tra le classi è ormai uno strumento obsoleto di regolazione sociale sancirà una rinascita democratica della società, società che verrà lasciata finalmente libera da una burocrazia di uno stato che ha creato una cappa alla libera realizzazione di ognuno di noi.

Vivere in un ambiente tossico, inquinato, devastato, non giova com'è ovvio nè alla salute del corpo nè alla salute della mente (distinguo i piani per comodità, ma lo stare bene di un essere vivente è in sostanza l'armonia dell'interazione fra essi). L'Italia di oggi è in senso metaforico e reale una gigantesca discarica di rifiuti nocivi: sono tossiche le relazioni sociali e quelle fra i generi, sono estremamente tossici i media e le loro "notizie".

Sono le due facce di una stessa medaglia. Di quella medaglia macchiata di rosso sangue che tentiamo di ripulire con meridionale orgoglio e ribelle dignità. Di quella medaglia intrisa di lotta e resistenza, di sudore e annegamenti, di fatica e disumane pratiche, di malaffare e mafiosità, di riscatto e disubbidienza. Di accoglienza e solidale generosità. Di sacrifici e di speranze.

L’analisi di Crainz

Un bell’articolo di Guido Crainz “Il tramonto del demiurgo” su Repubblica del 2 novembre 2010, suscita riflessioni e perplessità  di fondo sul che fare dopo la fine di Berlusconi. Parlo anche di perplessità perché il lascito generale che ho avvertito è quasi un senso di sgomento, se non di paura, forse  perché crolla Berlusconi, ma non si capisce, anzi a dir meglio si ha paura che non avvenga e non possa avvenire lo stesso per il berlusconismo, quell’istinto italiota, miscuglio di spregiudicatezza egoista fondata sulla furbizia, sul non rispetto della legge e delle regole, che attiene al nostro dna, quella “pancia” che è substrato di una coscienza civica (sociale e politica) immatura, a cui il nostro si è direttamente rivolto e su cui ha basato la sua forza ed il suo successo.

È prodotto dal virus dell'egoismo. E non è solo politico. Il cardinale di Milano ricorda che san Carlo rimase nella città appestata per farle trovare nella preghiera nuovo coraggio e speranza   di Mario Pancera   Il berlusconismo è dentro di noi, un virus. È stato pure chiamato qualunquismo, menefreghismo, fascismo e così via a ritroso nei tempi: i virus sono mutanti, resistenti, aggressivi.

L'evoluzione della crisi, che impone in tempi ravvicinati la necessità di nuova elezioni politiche generali, rende urgente una grande mobilitazione politica per evitare che si vada a votare per la terza volta con la vigente legge elettorale, meglio conosciuta come "porcellum", essendo stata definita una "porcata" dal suo presentatore, l'on. Calderoli, che - evidentemente - ne ha fornito l'interpretazione autentica. In questo nuovo sistema elettorale, l'effetto congiunto del meccanismo delle liste bloccate e della sostituzione dei collegi uninominali con circoscrizioni elettorali di grandi dimensioni ha espropriato l'elettore da ogni residua possibilità di influire sulla formazione della rappresentanza parlamentare, con la conseguenza che le scelte dei candidati operate dalle élites dirigenti dei partiti non possono in alcun modo essere censurate, sconfessate o corrette dal corpo elettorale.

Alcuni giorni fa (il manifesto 11/8) ho letto con grande interesse l'articolo di Giulio Viale «Ambiente, perché il mondo si sente così male». La sua analisi è assai corretta e incisiva. Questo mondo si deve dare una regolata urgente se non si vuole distruggere irrimediabilmente. Non possiamo continuare senza un'inversione di rotta totale.