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La maggior parte dei giovani nella mia comunità migrano negli Usa perché pensano che a Morelos non vi sia nulla, nè lavoro nè opportunità. In passato avevo avuto l'idea di farlo anch'io, nella speranza di guadagnare qualche soldo. La mia vita era dura, ottusa, insoddisfacente. Continuavo a pensare: "Chi verrà mai ad aiutarmi?". Poiché eravamo poveri, credevo che non ci saremmo mai mossi in avanti nella vita.

"Il burqa viene ingannevolmente spacciato per atto di fede o precetto religioso. Gli islamisti che insistono per la sua persistenza nella sfera pubblica hanno in mente un unico obiettivo, e cioe' esercitare controllo sulle vite delle donne e ridurre le loro possibilita' di dare contributi positivi e significativi alla societa' in cui vivono. Non credo sia una questione di 'scelta': la decisione di indossare il burqa in un contesto repressivo non e' una scelta. Una scelta e' vera solo se e' esercitata in presenza di alternative e se la donna ha davvero accesso a tali alternative.



Le donne sono al centro di tutti i progetti fondamentalisti. I corpi delle donne, la loro sessualità, i ruoli e le relazioni di genere sono i capisaldi del controllo sociale: una volta che lo si sia ottenuto in questi campi muoversi verso altri soggetti, gruppi, o istanze, è molto più facile.

Pubblicato su Notizie minime della nonviolenza, n. 775 del 30 marzo 2009 (tradotto da Maria G. Di Rienzo)
Una minoranza bianca del mondo ha passato secoli a convincerci che una pelle bianca rende le persone superiori, anche se in effetti la sola cosa che fa è renderle più sensibili agli ultravioletti e più soggette alle rughe.
Maschi umani hanno costruito intere culture attorno all'idea che l'invidia del pene sarebbe "naturale" nelle donne, e però si potrebbe allo stesso modo dire che l'avere un organo non protetto di quel tipo rende gli uomini vulnerabili, e che il potere di dare la vita rende l'invidia dell'utero quanto meno logica.