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Questa settimana verificheremo, in due circostanze, se i gruppi dominanti degli Stati, che si sono opposti alla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Riag) del 28 luglio scorso - che ha riconosciuto l’accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienici come un diritto umano fondamentale - saranno riusciti a sminuirne la portata e ad annacquarne il contenuto.

Il dibattito intorno alla gestione pubblica o privata del servizio idrico integrato non è una questione meramente ideologica o politica. Se da una parte è indubbio che esempi virtuosi di gestione si trovano a prescindere dagli assetti e/o natura societaria dei soggetti gestori è altrettanto vero l’opposto.

Pochi giorni fa l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che riconosce l’accesso all’acqua come diritto fondamentale di ogni persona. L’anno scorso il Parlamento europeo ha parlato di un diritto fondamentale di accesso ad Internet.
Apparentemente lontane, queste due importanti prese di posizione di grandi istituzioni internazionali si muovono sullo stesso terreno, quello dei beni comuni, attribuiscono il rango di diritti fondamentali all’accesso di tutti a beni essenziali per la sopravvivenza (l’acqua) e per garantire eguaglianza e libero sviluppo della personalità (la conoscenza).

Ci rivolgiamo ai Sindaci dei Comuni dell’ATO 1 che martedì prossimo, 10 agosto, si riuniranno in Assemblea per decidere sulla gestione del servizio idrico e sulle sorti di GAIA S.p.a, per ricordare loro che la gestione dei beni comuni è responsabilità esclusiva delle comunità che li condividono.

Storico voto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite: l’accesso all’acqua potabile è stato riconosciuto come un diritto umano.
E’ il titolo di La Repubblica on line. Pensate come cambiano le cose, solo pochi mesi fa il loro autorevole editorialista Franco De Benedetti, senatore PD, sostenne che l’acqua non è un diritto umano e che sbaglia chi lo sostiene. Oggi lo sostiene l’ONU.

La delibera di iniziativa popolare per l’acqua pubblica nello Statuto, è quasi in dirittura d’arrivo. Il 25 maggio scorso si è votato per la terza volta il testo della delibera, comprensivo di emendamenti che, a eccezione del principio del quantitativo minimo vitale gratuito (che si sarebbe potuto garantire come diritto inviolabile della persona facendo da esempio in Italia e nel mondo), conserva comunque intatti altri importanti capisaldi della proposta popolare.

L'acqua come l'aria è essenziale per ogni essere vivente e non può essere sottoposta a logiche di mercato. Sono assolutamente contrario alla privatizzazione dell'acqua: dobbiamo evitare di consegnare le reti idriche nelle mani di pochi capitalisti senza imporre loro alcuna regola che li obblighi a proteggere l'essenza di quello che è un bene naturale appartenente a tutti.