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La misura oppressiva ideata dal Ministro Minniti nell’omonimo Decreto e attuata dalla giunta leghista del nostro comune - dimostrazione esemplare di tematica trasversale: il PD legifera e la Lega accoglie - conosciuta ai più come “Daspo Urbano” è l’ennesimo attacco alle fasce più deboli e povere della società.

La cronaca politica nazionale degli ultimi giorni è nota a tutte e tutti. Non c’è quindi neanche bisogno di dedicarci molto tempo: la Lega Nord ha deciso la fine del governo Conte dopo il voto parlamentare dei 5 Stelle alla TAV Torino-Lione.

Il Ministro degli Interni Salvini, ha deciso di togliere la fiducia al governo “Giallo/Verde”, perché in caso di elezioni i sondaggi elettorali, lo vedrebbero vincere in tutta Italia (Nord, Centro Sud) ed andare lui stesso al Comando del Paese … con un Salvini che in base ai sondaggi ed alla legge elettorale esistente, potrebbe prendere la maggioranza assoluta in parlamento, fare eleggere solo chi vuole lui (i suoi uomini fidati), prendersi il governo, il Presidente della Repubblica, il CSM ecc…

La crisi generale del capitalismo si aggrava e si esprime in ogni attività ed in ogni campo, perfino all’interno degli organi giudiziari ed istituzionali… ma nonostante il suo fallimento esso viene sempre riproposto nel medesimo modo: ricerca della massima competitività e massimo profitto, a danno dei diritti, dei salari, delle pensioni, dei servizi, dello stato sociale, dell’ambiente, della sicurezza… e con il dilagare della corruzione ed il non rispetto della nostra Carta Costituzionale.

Sicuramente dopo i tagli alla Sanità pubblica il provvedimento più negativo riguarda i taglio di circa 4 miliardi effettuato dal governo Giallo/Verde alla scuola...

L’istruzione sembra sia diventato il bancomat dei vari governi di destra, centrosinistra, e giallo/verdi, su cui recuperare risorse… che nel caso del taglio alla scuola sono state destinate alla “piccola Flat Tax” per le partite Iva e lavoratori autonomi, con una aliquota piatta del 15% Fino a 65.000 euro per il 2019 e 100.000 euro per il 2.020, mentre i lavoratori dipendenti pagano in media un’Irpef intorno al 27% (sic)

Dirette televisive, giubilo a reti e prime pagine unificate, esultanze sfrenate ovunque. Uno straniero distratto davanti a tutto questo penserebbe che lunedì 24 giugno sia accaduto qualcosa di epocale. Tipo l’inizio di una nuova età dell’oro, l’uscita dalla più grande epidemia della storia, la trasformazione di tutti i più poveri in ultraricchi, la cancellazione di ogni ingiustizia e sperequazione sociale, la scoperta che la disoccupazione è stata cancellata e dal giorno dopo ogni cittadino ha un lavoro con orari umani e alte retribuzioni. Nulla, invece, di tutto questo.