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La guerra di Liberazione ha visto una rivoluzione culturale di non poco conto, quella della donna italiana, che usciva dall’arretratezza nella quale il fascismo l’aveva tenuta.

Mussolini aveva predicato per vent’anni alle donne “la sottomissione e la bellezza” – così diceva lui – di stare a casa a fare la calza. “La donna è la regina del focolare”, diceva la propaganda fascista. Strana regina, di un focolare nel quale, in molti, troppi casi, non si garantiva neppure il pane.

Se vedete il vostro vicino andare in giro con dei palloncini legati attorno alla testa lo trovate strano, certo. Ma pensate di vederlo tutti i giorni, per anni. Pensate di vederlo da quando eravate piccoli/e a quando diventate adolescenti. E che quotidiani, tv, internet mostrino continuamente uomini con palloncini in testa fare qualsiasi cosa.

Chissà che pensieri avranno attraversato la mente di Roxanna in quei nove mesi in cui si è accorta di aspettare un bambino e andava a giustificare il gonfiore del ventre con una gastrite. Chissà quale paura l’ha accompagnata fino a quell’ultima telefonata per chiamare l’ambulanza, facendosi ricoverare per “sospetta colica renale”. Chissà quale senso di liberazione l’avrà pervasa, quando tra le braccia ha tenuto per la prima volta il suo Francesco, sentendosi “più madre che suora” e riconoscendo in lui “un dono di Dio”.

Cara piccola italiana di domani, ho aspettato un po’ ma Grillo per Natale scrive solo a tuo fratello – bambino non nato e tu, vedi un po’ la sfortuna, sei una bambina – per il quale sta “costruendo il futuro”. Si preoccupa del suo giudizio fra venti o trent’anni: “Con che occhi ci vedrai?” “Non sarai tenero”, ma non del tuo. Infatti, il “mondo migliore” che stanno costruendo, piccola italiana futura, non sarà migliore per te. Non possono esserci dubbi. La lettera, dice il suo autore, è stata scritta “anche a nome della comunità che si è raccolta intorno al M5S”, e tale comunità ha chiarito bene cosa pensa delle donne e come le donne devono essere trattate.

«Le donne nella Chiesa hanno un ruolo particolare…». Era tempo che un Papa lo riconoscesse, e forse dovevamo davvero aspettare che fosse Francesco per sentircelo dire apertamente. Che sia giunta la fine di un tempo? Vedremo… Certo è che la mente non può non correre a quel «Dio è papà ma più ancora è madre» di papa Luciani, a quanto timore suscitò una semplice ammissione in quella Chiesa così patriarcale, dominata da uomini che per secoli hanno cercato di omettere le donne che aprirono le porte alla salvezza del popolo ebraico, di trascurare il dato storico di chi circondò Cristo e a chi Cristo si rivolse, senza distinzione di genere.

Ieri (10 ottobre 2012, n.d.r.), in Senato, il Disegno di legge sulle “quote rosa” è stato approvato con 148 voti a favore, 60 contrari e 30 astenuti. Tra questi ultimi, uno (bontà sua!) ha spiegato il senso dell’astensione: «Il mondo femminile — ha detto — è in gran parte disinteressato alla politica. Se noi forzatamente imponiamo alle donne di dover partecipare alla vita democratica, violiamo il principio di democrazia».

Il punto di partenza è la crisi. Il contesto di riferimento, per circoscrivere il campo, è l’Europa delle banche. La postazione specifica da cui osserviamo, in cui viviamo, è l’Italia del governo che risponde all’Europa delle banche. E l’epoca è quella di un in profonda metamorfosi economica, sociale, perfino antropologica avvenuta in questi anni, e di uno spaesamento conseguente complessivo per non saper più connettere i fili di quanto accade sotto i nostri occhi ed averne conoscenza piena per operare cambiamenti.