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Emilio Di Biase, dal 1992 al 2009 è stato insegnante tra Etiopia ed Eritrea, e ad ogni tragedia di migranti teme sempre che tra i morti ci possa essere qualcuno dei suoi studenti in fuga dagli orrori di quella terra dove una bomba a mano o un kalashnikov costa meno di un pranzo.

Davanti alla tragedia di oggi, 3 ottobre a Lampedusa, con centinaia di morti, ti vengono in mente le parole di Francesco, pronunciate là, a Lampedusa: "Chi ha pianto per quanti sono morti in mare?" E ti chiedi se sei proprio tu interpellato. Con tutte le cose da fare, come ogni giorno. Cose anche serie, importanti. E non trovi lo spazio, il tempo per piangere, per sentirti umano e lasciarti andare. E devi incontrare le persone, fare delle cose con loro.

Ogni giorno incontrando uomini e donne, cittadini del nostro Paese, subito dopo il saluto accolgo le manifestazioni di sofferenza e di fatica nel loro mestiere di vivere quotidiano. Questo malessere e questa sofferenza si sono accentuati vertiginosamente negli ultimi anni, e di volta in volta emergono quale indignazione, protesta, rabbia, domanda su come e dove siamo finiti.

La tragedia di Lampedusa non è semplicemente drammatica e sconvolgente, essa è il frutto e la rappresentazione della nostra vergognosa incapacità di comprendere le motivazioni che spingono milioni di persone a fuggire dai propri paesi in viaggi pericolosi gestiti dalla criminalità e dell’ adozione di leggi xenofobe che, senza poter arrestarne l'esodo, criminalizza i profughi che fuggono e, assurdamente, anche quanti prestano loro soccorso.

L'ennesima tragedia accaduta oggi a Lampedusa, al pari delle altre che si ripetono continuamente nel Mediterraneo, non deve essere considerata una tragica fatalità .

Essa chiama in causa le evidenti gravi responsabilità della politica dell'Unione Europea e dell'Italia sull'immigrazione e sull'asilo.

I migranti che muoiono nel tentativo di giungere in Italia con imbarcazioni di fortuna; sovente in fuga da guerre e dittature, da persecuzioni e fame; sovente dopo esser stati derubati di ogni loro avere da criminali senza scrupoli.

I migranti che muoiono nel tentativo di giungere in Italia con imbarcazioni di fortuna: di queste vittime chi sono gli assassini?