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Una volta c’era l’uomo ora c’è la connettività

di Mario Pancera 

Il 22 agosto 2013 la Borsa di New York ha messo in angoscia il mondo della finanza, da est a ovest, pareva un crollo internazionale: «Un black out senza precedenti». Allarme generale, riuniti i vertici della sicurezza. Tutti a terra. Invece era un problema di «connettività», durato tre ore e mezza. La parola «connettività» - vedere Internet - indica la capacità che, nell’informazione, sistemi diversi hanno di collegarsi fra loro. Basta il volo di una mosca e si inceppa lo scambio di informazioni in tutto il globo bancario, politico, militare, industriale e così via. Chi controlla la connettività controlla il potere.

La crisi economica e sociale che stiamo vivendo ormai ha assunto caratteri drammatici, resi ancor più devastanti perché essa va scavare all'interno di un quadro sociale e culturale devastato da questo ultimo ventennio di neoliberismo esasperato, nel quale si è affermata una cultura individualista, che ha sradicato completamente un senso di comunità, unico contesto nel quale possano svilupparsi pratiche di solidarietà e attenzione al territorio.

È giunto il momento di creare un nuovo soggetto politico, reticolare e libertario, che riparta dai movimenti e metta al centro dell'azione i beni comuni e i diritti

Da mesi mi chiedo come sia possibile che nessuno, in questo frangente, prenda l'iniziativa per ricostruire una sinistra che non c'è. Nelle ultime due settimane ho letto con piacere una serie di interventi che sembrano preannunciare la ripresa di un'iniziativa. Ma adesso occorre agire. Che cosa stiamo aspettando?

Una cosa è chiara: dobbiamo cercare insieme. Non possiamo attendere che qualcuno ci dica quello che dobbiamo fare. Primo perché nessuno lo sa. Secondo perché se c’è qualcuno che pretende di saperlo è un imbroglione.
Dobbiamo cercare insieme. Non da soli. Da soli, cioè da “isolati”, non si risolvono i problemi. L’individualismo ha già fatto troppi danni.
“Cercare insieme” vuol dire accrescere la nostra capacità di ascoltare, dialogare, confrontarci, scambiare, condividere.

Non conta più l’uomo, ma i soldi. Abbiamo davanti agli occhi una spelonca di ladri di fiducia e di speranza

di Mario Pancera 

Un giorno del 1971, dom Giovanni Franzoni, allora giovane abate benedettino della basilica romana di San Paolo fuori le Mura (per intenderci, quella dove Giovanni XXIII aveva annunciato il Concilio), diceva: «La missione della Chiesa non è solo quella di portare il messaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche quella di animare e perfezionare l’ordine temporale con lo spirito evangelico».

Il 12 dicembre 1976 su iniziativa del Movimento Lavoratori per il Socialismo (MLS), organizzazione nata dal Movimento Studentesco milanese, alla presenza della madre di Giuseppe Pinelli venne posta la lapide nell’aiuola davanti alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano. Essa recitava (e recita ancora): A Giuseppe Pinelli ferroviere anarchico ucciso innocente nei locali della questura di Milano il 16-12-1969. Gli studenti e i democratici milanesi.