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"La bellezza di una donna non sta nei vestiti che indossa, nella figura che ha, o nel modo in cui si pettina i capelli. La bellezza di una donna si vede nei suoi occhi, perché i suoi occhi sono la soglia che porta al suo cuore. La bellezza di una donna è ciò che viene riflesso dalla sua anima. È la cura amorevole che ha delle cose, la passione che mostra: e la bellezza di una donna non fa che crescere con il passare degli anni" (attribuito a Audrey Hepburn).

Gisele Nyembwe è una funzionaria dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Nelofer Pazira (1973) è una giornalista, scrittrice e cineasta, attivista per i diritti umani di tutti gli esseri umani]     L'ultima fatica dell'ex rifugiata Nelofer Pazira, il film "Atto di disonore", illustra la terribile realtà dei "delitti d'onore" in Afghanistan, dove la regista è cresciuta prima di fuggire con la sua famiglia nel 1989.

Un sguardo diverso sull'islam

Sono lieta di annunciare che la scorsa settimana circa due dozzine di uomini, donne, e me stessa, si sono goduti sei giorni pieni di sesso in un hotel del sud di Jakarta. Tutti abbiamo convenuto che si è trattato di una vera esperienza religiosa. Abbiamo avuto una settimana di sesso tantrico trascendentale? Magari...

Onyama, Uganda. A migliaia di miglia di distanza da qui, a Ginevra, ufficiali governativi - rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite e membri della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine - si incontreranno dal 29 novembre al 3 dicembre per discutere dei loro sforzi e piani per implementare il Trattato di bando delle mine del 1997. Stanno scambiando informazioni sui progressi fatti nel mantenere le date di scadenza per la ripulitura dei terreni minati. Stanno parlando dei piani nazionali di assistenza alle vittime delle mine, inclusi i modi in cui i sopravvissuti sono coinvolti nel disegnare, portare avanti e monitorare tale lavoro. Stanno parlando di questioni che trattano delle donne come me.

Comincerei con il definire i termini, così siamo sicure e sicuri di capirci. Innanzitutto, la parola identità, che è un pò la bussola del percorso disegnato dalle organizzatrici. Elena ha usato delle parole riferite all'identità per dirvi chi aveva portato qua stasera. Per cui ha detto di me le cose che sa e, soprattutto, le cose che si adattano alla mia presenza qui ed ora. Se chiamo qualcuno a relazionare su una questione dirò infatti, di questa persona, ciò che è in relazione alla questione stessa.

Il nome di Sakineh Ashtiani è ora ben conosciuto nel mondo. La quarantaduenne, madre di due figli, è stata imprigionata per omicidio ed adulterio in Iran. È stata nel braccio della morte fin dal 2006. Quest'anno i suoi figli hanno dato inizio ad una campagna internazionale per prevenire la sua esecuzione. Alcuni rapporti assicuravano che, a causa dell'accusa di adulterio, Sakineh sarebbe stata lapidata a morte. Appelli sono stati lanciati da organizzazioni per i diritti umani in tutto il mondo e la petizione "Free Sakineh" conta celebrità internazionali tra i suoi firmatari.