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È appena trascorsa la Giornata della Memoria, ricca, come ogni anno, di commemorazioni e appuntamenti da più parti. Memoria dovuta si è detto, perché chi non ricorda il passato non può costruire il presente, perché per edificare il futuro serve conoscere il passato. Tutto vero. Ma la memoria recente deve essere memoria presente. Deve essere memoria di quel che ci accade attorno, deve essere memoria che non solo commemora ma agisce, che non si limita a ricordare i genocidi di ieri ma affronta quelli di oggi, che non si placa nella narrazione di storie passate, ma si fa voce delle storie recenti, che ci parlano  dei respingimenti e delle nuove barriere, dei rastrellamenti degli oggetti di valore dei profughi, di vagoni sigillati per evitare che i migranti scendano, di tatuaggi numerici in braccia migranti, dei palestinesi e delle loro terre occupate, dei siriani e delle loro fughe, dei musulmani e cristiani uccisi per il loro credo.

Anche quest’anno siamo giunti al Natale. Da diverse settimane siamo immersi, tra luci, regali, addobbi e orpelli vari nell’atmosfera della festa.

Una festa che anche quest’anno, come sempre più negli ultimi, lascerà fuori moltissime famiglie.

Sarà un Natale carico di dolore nelle oltre mille famiglie che nel 2015 hanno visto un loro familiare morire sul posto di lavoro.

Sarà un Natale triste e mesto nelle migliaia di famiglie che la speculazione finanziaria ed industriale e le ingiustizie criminali e disumane hanno lasciato senza un lavoro, strappando ogni speranza anche per il 2016.

ai Sindaci dei Comuni Soci

ai Soci di Società civile

agli Amici della Pace

care, cari,

di fronte alle terribili notizie giunte questa notte da Parigi la prima immediata e doverosa reazione è quella della solidarietà verso i nostri concittadini europei di Francia e contemporaneamente di assoluta e ferma condanna di qualsiasi atto di violenza e di terrorismo verso le persone inermi ed innocenti. Su questo per la Tavola della Pace non possono esserci né se, né ma.

A parte tutto, si può voler capire che ad un cardinale vaticano sia utile un appartamento, cioè un'abitazione appartata, di centinaia di m2: avrà ben bisogno di uno studio, di una biblioteca, dell'ufficio di un segretario, di un salotto adeguato a ricevere ospiti importanti, di una cucina capace di preparare pasti degni di detti ospiti, di camere e servizi decenti per sè e per gli ospiti, e forse di una piccola palestra.

Chiediamo a tutte ed a tutti un attimo di attenzione per sostenere l'iniziativa per il disarmo nuclare promossa dalla Rete Disarmo, sottoscrivendo le tre richieste al Governo italiano e facendo girare l'iniziativa all'interno delle nostre associazioni. E' importante riuscire a raccogliere più adesioni possibile nel più breve arco temporale. 

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