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Tre giorni fa uscendo da una classe a fine mattinata, ho avuto modo di scambiare quattro parole con il bidello che si accingeva alle pulizie.

“Siamo messi male, non c'è niente di buono da aspettarsi da questi ragazzi!” “Effettivamente sono maleducati e non sono capaci di un dialogo e di un confronto serio: ma devono ancora crescere! Quando arrivano in quinta (anche se non tutti) sono diversi: la scuola e la vita li hanno un po' formati!” “Mah! Non mi pare proprio: il nostro futuro non lo vedo roseo. La nostra vecchiaia non è in buone mani!”.

Ho trascorso il mese di agosto a Muhanga. Muhanga non è un rinomato luogo di villeggiatura ma un villaggio cosparso di capanne di fango e paglia,immerso nella foresta equatoriale, nel territorio del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo.Già l'anno scorso avevo visitato Muhanga,ma, dopo esserci immersi in una realtà così diversa dalla nostra,dopo aver apprezzato i valori di una vita condotta con semplicità e grande dignità,dopo aver condiviso in modo intenso momenti di vita partecipando alle  riunioni,al lavoro comunitario,sgranando mais e pulendo manioca,dopo aver giocato,cantato, pregato con i bambini,splendide creature dal sorriso dolcissimo,non si può fare a meno di tornare.

"Persone di serie A e persone di serie... Z". 314 operai bruciano vivi in due fabbriche tessili di Karachi e Lahore, imprigionati nei loro stabilimenti, come schiavi!

Una tragedia di questa portata completamente ignorata dai media, che sicuramente invece gli avrebbero dato una rilevanza diversa se fosse successo in occidente.

Sulle pagine di internet molti numeri trovano spazio, numeri corrispondenti alle relative voci nella lista della spesa attuale per la Difesa: 250 carri freccia spesa 1,3 miliardi, 8 droni spesa 1,3 miliardi, 100 elicotteri da guerra Nh-90 spesa 4 miliardi, 12 navi da guerra spesa 6,5 miliardi, 2 sottomarini U-212 spesa 1 miliardo.

Rileggo Alex Langer, da “Quattro consigli per un futuro amico” Assisi, Natale 1994.

Voi sapete il motto che il barone De Coubertain ha riattivato per le moderne Olimpiadi, prendendolo dall'antichità: il motto del citius, più veloce, altius, più alto, fortius, più forte, più possente. Io vi propongo il contrario: vi propongo il lentius, profundius e suavius, cioè di capovolgere ognuno di questi termini, più lenti invece che più veloci, più in profondità, invece che più in alto e più dolcemente o più soavemente invece che più forti.”