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«Le donne nella Chiesa hanno un ruolo particolare…». Era tempo che un Papa lo riconoscesse, e forse dovevamo davvero aspettare che fosse Francesco per sentircelo dire apertamente. Che sia giunta la fine di un tempo? Vedremo… Certo è che la mente non può non correre a quel «Dio è papà ma più ancora è madre» di papa Luciani, a quanto timore suscitò una semplice ammissione in quella Chiesa così patriarcale, dominata da uomini che per secoli hanno cercato di omettere le donne che aprirono le porte alla salvezza del popolo ebraico, di trascurare il dato storico di chi circondò Cristo e a chi Cristo si rivolse, senza distinzione di genere.

Ieri (10 ottobre 2012, n.d.r.), in Senato, il Disegno di legge sulle “quote rosa” è stato approvato con 148 voti a favore, 60 contrari e 30 astenuti. Tra questi ultimi, uno (bontà sua!) ha spiegato il senso dell’astensione: «Il mondo femminile — ha detto — è in gran parte disinteressato alla politica. Se noi forzatamente imponiamo alle donne di dover partecipare alla vita democratica, violiamo il principio di democrazia».

Il punto di partenza è la crisi. Il contesto di riferimento, per circoscrivere il campo, è l’Europa delle banche. La postazione specifica da cui osserviamo, in cui viviamo, è l’Italia del governo che risponde all’Europa delle banche. E l’epoca è quella di un in profonda metamorfosi economica, sociale, perfino antropologica avvenuta in questi anni, e di uno spaesamento conseguente complessivo per non saper più connettere i fili di quanto accade sotto i nostri occhi ed averne conoscenza piena per operare cambiamenti.

Sarà 8 marzo quando nei primi tre mesi dell’anno non saremo morte in 31 per mano maschile.
Sarà 8 marzo quando il femminicidio non verrà chiamato “omicidio passionale”, ma verrà letto per quello che realmente è: una strage silenziosa, prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni; un massacro capace di segnare, nel 2011, una media atroce: una morte femminile ogni tre giorni

Vi sono storie che ogni giorno ci lacerano il cuore. Quella che voglio raccontarvi oggi è per me tra le più terribili. Questa vicenda si svolge in un Paese ricco, un Paese valutato 24 milioni di milioni di dollari americani, ma, per una barbara ed inaccettabile ironia della sorte la gente che vi vive è la più povera al mondo, schiava, a nostra insaputa, del nostro stile di vita.

Questa società si definisce mediante il posto ed il valore che assegna ai due sessi e ai loro atteggiamenti socialmente costituiti.
Il che comporta il fatto che esistano tante maniere di realizzare la femminilità quante sono le classi e le frazioni di classe. La verità di una classe o di una frazione di classe si esprime, quindi, nella forma in cui i sessi sono distribuiti al suo interno.