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Salire in cattedra non sta nelle mie corde

Direi che sono quindi fuori del tempo! Per stare in cattedra bisogna avere verità, o presumere di averle, e poi soprattutto spiegarle, per imporle! Non mi sono mai piaciuti i professori, sono legato solo a quelli che scendono tra gli alunni.

Di questo tipo io ne ho incontrato solo uno, mitico, alle medie, si chiamava Vittorio Maria Andriani, il mio Don Milani! lui non c’è più, ma ci sono ancora legato, da 50 anni. Chi sta in cattedra ha di solito posizioni integraliste, assolutiste, senza se e senza ma, non potrebbe essere, in effetti, altrimenti. Deve essere, infatti, convinto di rappresentare il bene, di stare nel vero. Solo così puoi dare patenti, avere il coraggio di escludere, di dire ad un altro “tu non sei nel giusto”. Per tante e diverse questioni, ed a molteplici livelli, anche minimi, anche condominiali!, lo fanno in tanti nella attuale società, che non è mia, ma appunto loro, dei santoni. Certo conta anche l’ambizione, che del resto è componente naturale dell’animo umano, come la vanagloria. Carlo Maria Martini ha riflettuto, lui, un vescovo!, che il Discorso della Montagna, il più alto discorso sull’uomo fatto dalla più alta cattedra che ci sia mai stata, è in verità “impraticabile” per un comune mortale. Sono d’accordo. Sempre Martini ha spiegato che la vanagloria non è negativa, ma il segnale che l’uomo si realizza solo nel confronto con gli altri, ambisce cioè al giudizio ed all’approvazione degli altri. Se uno ha questa coscienza, sia pur professore, lo apprezzo. Poi anche nel concetto di salire in cattedra c’è un richiamo allo studio, alla preparazione, alla fatica, quindi ad una concretezza di vita che è positiva. Comunque al fondo il maggior insegnamento rimane, e non può che rimanere, l’esempio, che è giocoforza legato alla coerenza e quindi all’onestà intellettuale.

Ad evitare ogni eventuale e possibile fraintendimento, io non mi sto riferendo a Renzi, lui infatti in cattedra non c’è salito, ma ce lo hanno messo.

Prima che qualcuno me lo contesti ammetto che, con questo convincimento, un po’ in cattedra salgo anch’io. Ma qualche rischio bisogna pur correrlo!

 

Massimo Michelucci