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Si sono incontrate a Vienna, dal 28 novembre al primo dicembre 2008.
Sopravvissute ad attacchi terroristici, familiari delle vittime del 9 settembre e del 7 luglio e degli attentati di Madrid, attiviste per i diritti umani dalla Colombia al Kosovo, dall'Africa all'Asia. Hanno dialogato su come lottare contro il terrorismo, come rigettare gli estremismi violenti, come costruire ponti usando la politica, la religione e il sentimento.

Un ponte per... vi invita alla conferenza stampa che si terrà giovedì 4 giugno, alle ore 11,30, davanti all'Ambasciata Turca di Roma, in Via Palestro 28, nel corso del presidio indetto per protestare contro la sistematica violazione dei diritti della minoranza curda di Turchia e denunciare l'ondata repressiva attuata nelle ultime settimane dal governo di Ankara verrà presentata una lettera-appello di protesta per le reiterate violazioni dei diritti umani, politici e civili contro la minoranza curda.

Caro Presidente Napolitano,
sono un vecchio italiano ebreo, figlio di antifascisti, nato 79 anni fa nell'Italia fascista, bandito nel 1938 in quanto ebreo da tutte le scuole del Regno d'Italia. Sull'atto integrale di nascita a me intestato, che si conserva negli archivi dell'anagrafe di Milano, sta ancora oggi scritto a chiare lettere "di razza ebraica": una dicitura che mi portero' appresso sino alla morte.

Pubblicato sul quotidiano "Liberazione" del primo luglio 2008 col titolo "Un nobel per il popolo rom", tratto dal notiziario "Notizie minime della nonviolenza in cammino", n. 508 del 6 luglio 2008
Involuzione digitale.
Ecco i nuovi bambini ebrei, le impronte dell'odio e della paura. Della discriminazione. I bambini sono il futuro. E questo è un futuro schedato.
Inchiostro per le mani e filo spinato per gli uomini. È solo il primo passo. Se fanno questo in tempi di pace cosa farebbero in tempi di guerra? Dopo le impronte digitali i numeri tatuati sull'avanbraccio...
Ecco come è trattato, oggi, in Italia, chi meriterebbe il premio Nobel per la pace per non aver

Egregio Signor Presidente,

siamo Professioniste e Professionisti della Cultura e ci riconosciamo negli art. 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana.

Lamentiamo da anni una situazione di grave impoverimento di tutto il settore.

La crisi è precedente all’attuale stato di emergenza; da anni ci sentiamo sviliti dalle Istituzioni del nostro Paese, ignorati e inascoltati nelle nostre legittime istanze.