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Quanto denunciato a mezzo stampa dalla Consigliera comunale massese Daniela Bennati, espressione del Polo Progressista e di Sinistra, è gravissimo.

Come abbiamo gia' avuto modo di denunciare anche noi pubblicamente, nel Consiglio comunale di Massa si stanno forzando le regole e si sta cercando di limitare la libera espressione, un fatto di una gravità inaudita.

Prima di spiegare perché è inaccettabile la nostra esclusione dal dibattito sul riconoscimento dello Stato di Palestina, su cui tornerò tra un attimo, ci tengo prima ad entrare nel merito del tema.

Alcune riflessioni, puramente personali, che prendono spunto da quanto successo a Massa alcuni giorni fa, ma che possono aiutarci a riflettere sulle azioni di lotta per un mondo migliore

Il tribunale di Massa ha, di fatto, equiparato chi disegna sui muri le svastiche, offendendo per altro una provincia che è stata insignita della medaglia d'oro al valor militare militare per la sua lotta di resistenza al nazifascismo, a chi invece ricopre quell'inneggiare all'orrore, all'odio, al razzismo, alla disumanità...

Dario Buffa lo scorso anno aveva cancellato con una X delle svastiche che erano state disegnate su un muro del archeggio dell'ex mercato coperto di Massa.

Lo ha fatto a viso scoperto, in pieno giorno, perché di quell'atto non ci si può vergognare, e forse perché forse ad altre istituzioni spetterebbe il compito di osteggiare gli atteggiamenti di neofascismo e neonazismo, ricoprendo, quantomeno, quelle scritte.

"Cancellare una svastica non deve essere considerato reato, ma un atto eticamente, socialmente e politicamente giusto. Reprimere e condannare chi difende i valori antifascisti e antinazisti è vergognoso!”

Tutta la nostra solidarietà a Dario ingiustamente condannato per aver cancellato quelle svastiche, a Massa, a 4 mesi di reclusione e 1800 euro di multa.

Sarà il caldo che dà alla testa, sarà il clima di “Restaurazione” che si respira a livello nazionale con gli attacchi alla libertà di manifestare, ma pare proprio che gli industriali del marmo si sentano nuovamente “i padroni delle ferriere”. Se l’operaio si fa male in cava, dice Franchi, è un deficiente perché vuol fare di testa sua e non dà retta ai saggi consigli del “padrone”; se fa così caldo che la Sindaca deve emettere un’ordinanza per vietare il lavoro in cava nelle ore più calde, nessun problema, pontifica Santucci (il presidente della sez. escavazione e lapideo di Confindustria Toscana centro e costa), il “bravo padrone” fornisce sali minerali, crema solare e ombrelloni, così che al cavatore sembrerà di stare al mare ad abbronzarsi al sole invece di spaccarsi la schiena in cava. Che poi, guarda caso, il gran caldo arriva sempre di venerdì, così come gli scioperi, e l’operaio ne approfitta volentieri per allungare il fine settimana, tanto la trattenuta in busta paga per aver fatto sciopero non gli dà pensiero.

LEGAMBIENTE E CAVATORI UNITI CONTRO L'ARROGANZA PADRONALE

Se non fosse tragico sarebbe comico: ci riferiamo allo sconcertante “siparietto” messo in onda da Report che ha visto protagonisti (involontari, si intende) il presidente di un’impresa quotata in borsa che fattura decine di milioni e realizza utili vertiginosi e una “spalla” di eccezione incarnata dal presidente vicario di Assindustria.

ARCI MASSA CARRARA SOLIDALI CON I LAVORATORI CONTRO L'ARROGANZA PADRONALE

💥 Ogni giorno tre persone escono di casa per andare al lavoro e non rientrano: questo è il dato agghiacciante delle morti DA lavoro, frutto di un sistema produttivo volto al massimo profitto dove la sicurezza sui luoghi di lavoro diventa un costo da limare e non un DIRITTO di chi lavora e non un DOVERE per gli impenditori garantire, frutto di una cultura padronale arrogante e spregiudicata ancora forte.

L'Azione Cattolica della Diocesi di Massa Carrara Pontremoli, condivide pienamente il comunicato stampa diramato dalla diocesi in merito a quanto emerso durante la trasmissione Report andata in onda la sera di domenica 21 Aprile e stigmatizza le dichiarazioni rilasciate in merito alle cause degli infortuni sul lavoro.