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Sarà il caldo che dà alla testa, sarà il clima di “Restaurazione” che si respira a livello nazionale con gli attacchi alla libertà di manifestare, ma pare proprio che gli industriali del marmo si sentano nuovamente “i padroni delle ferriere”. Se l’operaio si fa male in cava, dice Franchi, è un deficiente perché vuol fare di testa sua e non dà retta ai saggi consigli del “padrone”; se fa così caldo che la Sindaca deve emettere un’ordinanza per vietare il lavoro in cava nelle ore più calde, nessun problema, pontifica Santucci (il presidente della sez. escavazione e lapideo di Confindustria Toscana centro e costa), il “bravo padrone” fornisce sali minerali, crema solare e ombrelloni, così che al cavatore sembrerà di stare al mare ad abbronzarsi al sole invece di spaccarsi la schiena in cava. Che poi, guarda caso, il gran caldo arriva sempre di venerdì, così come gli scioperi, e l’operaio ne approfitta volentieri per allungare il fine settimana, tanto la trattenuta in busta paga per aver fatto sciopero non gli dà pensiero.

LEGAMBIENTE E CAVATORI UNITI CONTRO L'ARROGANZA PADRONALE

Se non fosse tragico sarebbe comico: ci riferiamo allo sconcertante “siparietto” messo in onda da Report che ha visto protagonisti (involontari, si intende) il presidente di un’impresa quotata in borsa che fattura decine di milioni e realizza utili vertiginosi e una “spalla” di eccezione incarnata dal presidente vicario di Assindustria.

ARCI MASSA CARRARA SOLIDALI CON I LAVORATORI CONTRO L'ARROGANZA PADRONALE

💥 Ogni giorno tre persone escono di casa per andare al lavoro e non rientrano: questo è il dato agghiacciante delle morti DA lavoro, frutto di un sistema produttivo volto al massimo profitto dove la sicurezza sui luoghi di lavoro diventa un costo da limare e non un DIRITTO di chi lavora e non un DOVERE per gli impenditori garantire, frutto di una cultura padronale arrogante e spregiudicata ancora forte.

L'Azione Cattolica della Diocesi di Massa Carrara Pontremoli, condivide pienamente il comunicato stampa diramato dalla diocesi in merito a quanto emerso durante la trasmissione Report andata in onda la sera di domenica 21 Aprile e stigmatizza le dichiarazioni rilasciate in merito alle cause degli infortuni sul lavoro.

In questi ultimi mesi, sono già molte le considerazioni emergenti a riguardo il problema non più differibile della sicurezza sui luoghi di lavoro. I fatti di Firenze, la catastrofe della centrale idroelettrica di Bargi e le altre tragedie che hanno costellato questo inizio 2024, scuotono un sistema ancora poco stabile che sembra reagire soltanto a ridosso delle tragedie, per poi tornare alla “normalità” in attesa del prossimo incidente.

A seguito delle dichiarazioni emerse nel corso della trasmissione di Rai Tre “Report”, andata in onda ieri sera domenica 21 aprile, l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro (PSL) della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli esprime alcune considerazioni a riguardo.

PER ALBERTO FRANCHI I LAVORATORI VITTIME DI INCIDENTI IN CAVA SONO DEFICIENTI. VERGOGNA! NON STAREMO FERMI

Quando Report mi ha intervistato sulle cave non avrei mai pensato che dopo di me Alberto Franchi pronunciasse quelle parole. Ieri guardando l'anticipazione prima, e l'intera puntata poi, sono rimasto sconcertato, impietrito davanti allo schermo. Non riesco ancora a credere a quello che ho sentito, mi sembra davvero incredibile e indecente che chi vive da nababbo come Franchi, che fattura più di tutti, 76 milioni di euro, si permetta persino di definire deficienti, quei lavoratori che gli consentono tutto ciò.

Come è possibile che in un Paese dove quotidianamente ci sono infortuni e morti sul lavoro, un imprenditore pronunci quelle parole?!

Lo dico senza girarci intorno e senza mezzi termini: trovo vergognoso che Vannacci venga a Massa e trovo ancora più squallido che lo faccia in una giornata così importante come quella del 27 gennaio, il Giorno della Memoria.

In quella giornata onoriamo la Memoria di tutte le vittime della Shoah e delle altre deportazioni del periodo nazifascista. Vannacci invece ambisce ad essere degno erede di quella ideologia di discriminazioni, violenze, distruzione e morte.

Il suo libro è una rassegna di fascismo, razzismo, misoginia e omofobia.