Corso per Mediatori Internazionali di Pace Bertinoro 2008
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Bertinoro 2008
dal 27 al 30 novembre 2008
Il Corso per Mediatori Internazionali di Pace si propone di fornire i
primi strumenti di base per persone interessate a studiare e
sperimentare modalità di soluzione nonviolenta dei conflitti,
anche a livello internazionale, attraverso lo strumento dei Corpi
Civili di Pace, un servizio il cui scopo è quello di
intervenire in caso di crisi o di conflitti violenti con azioni
pianificate nonviolente, come ad esempio la prevenzione, il
monitoraggio, la mediazione, l’interposizione, la riconciliazione.
Insegnare a scuola la storia del novecento. Intervista ad A. Bravo e E.Gruppi
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Pubblicato su "Voci e volti della nonviolenza", n. 140 del 26 gennaio 2008 (autore Una città)
Come insegnare la storia del Novencento a scuola, senza cadere nella facile retorica o nell'ideologismo. Riportiamo questa intervista a Anna Bravo e Eugenio Gruppi fatta dai giornalisti del sito "Una città"
Come insegnare la storia del Novencento a scuola, senza cadere nella facile retorica o nell'ideologismo. Riportiamo questa intervista a Anna Bravo e Eugenio Gruppi fatta dai giornalisti del sito "Una città"
Proroga scadenza Master
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Master Universitario in
"Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi"
III edizione - anno accademico 2006/2007
LA SCADENZA E' STATA PROROGATA AL 15 GENNAIO 2007
Il Cisp (Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace) dellUniversità di Pisa organizza per l'anno accademico 2006/07 la IIIª edizione del Master universitario di I° livello in Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi.
Il Master forma esperti nella gestione dei conflitti in cui il fattore culturale e quello religioso si presentano come elementi specifici e caratterizzanti. Il percorso didattico, che si fonda su uno sperimentato approccio transdisciplinare, punta a fornire competenze di mediazione nei processi di composizione e di integrazione nellambito delle diverse realtà sociali e istituzionali, rivolgendosi sia alle popolazioni immigrate che alle comunità residenti.
Il CISP ha in corso numerose convenzioni, sia a livello locale sia internazionale, con soggetti interessati ad essere coinvolti in tale processo formativo, ed è in grado di offrire diverse opportunità di stage.
Info: Cisp - Centro Interdisciplinare Scienze per la pace
via Gioberti 39 - 56124 Pisa - tel. 050 2211200-1 fax 050 2211206
sito web: Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace
e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
"Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi"
III edizione - anno accademico 2006/2007
LA SCADENZA E' STATA PROROGATA AL 15 GENNAIO 2007
Il Cisp (Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace) dellUniversità di Pisa organizza per l'anno accademico 2006/07 la IIIª edizione del Master universitario di I° livello in Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi.
Il Master forma esperti nella gestione dei conflitti in cui il fattore culturale e quello religioso si presentano come elementi specifici e caratterizzanti. Il percorso didattico, che si fonda su uno sperimentato approccio transdisciplinare, punta a fornire competenze di mediazione nei processi di composizione e di integrazione nellambito delle diverse realtà sociali e istituzionali, rivolgendosi sia alle popolazioni immigrate che alle comunità residenti.
Il CISP ha in corso numerose convenzioni, sia a livello locale sia internazionale, con soggetti interessati ad essere coinvolti in tale processo formativo, ed è in grado di offrire diverse opportunità di stage.
Info: Cisp - Centro Interdisciplinare Scienze per la pace
via Gioberti 39 - 56124 Pisa - tel. 050 2211200-1 fax 050 2211206
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La scuola è di Franti. O no? (Starnone Domenico)
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Pubblicato su Il Manifesto
I giornali negli ultimi tempi ci hanno raccontato le scuole di ogni ordine e grado a forza di bulli, sesso in aula filmati col telefonino, droga, arrivo prossimo venturo dei Nas. Ma la crisi dell'istruzione pubblica è lì? Non credo. In teoria la scuola potrebbe essere sanissima, malgrado quegli episodi. O malatissima, pur in assenza di quegli episodi. E' il suo trantran che ci dice quale scuola abbiamo, non il caso straordinario che finisce sui giornali.
Dubito che la crisi della scuola sia recente. Dubito che sia causata semplicemente dal cattivo lavoro degli insegnanti o da qualche orrenda mutazione antropologica che ha investito gli studenti. Escludo anche - i giornali insistono molto su questo punto - che derivi dagli effetti corruttivi della Lettera a una professoressa , dal '68 o, per andare più indietro, dall'introduzione della scuola media unica.
Sono invece convinto che la scuola di oggi sia per molti aspetti migliore di quella che ho conosciuto da studente negli anni '50. Anzi, per dirla tutta, penso che la sua crisi - qui da noi come altrove - sia diventata più visibile proprio grazie a un generale miglioramento dell'istituzione scolastica a partire dagli anni '60 del secolo scorso.
Cerco di chiarire ciò che voglio dire.
I giornali negli ultimi tempi ci hanno raccontato le scuole di ogni ordine e grado a forza di bulli, sesso in aula filmati col telefonino, droga, arrivo prossimo venturo dei Nas. Ma la crisi dell'istruzione pubblica è lì? Non credo. In teoria la scuola potrebbe essere sanissima, malgrado quegli episodi. O malatissima, pur in assenza di quegli episodi. E' il suo trantran che ci dice quale scuola abbiamo, non il caso straordinario che finisce sui giornali.
Dubito che la crisi della scuola sia recente. Dubito che sia causata semplicemente dal cattivo lavoro degli insegnanti o da qualche orrenda mutazione antropologica che ha investito gli studenti. Escludo anche - i giornali insistono molto su questo punto - che derivi dagli effetti corruttivi della Lettera a una professoressa , dal '68 o, per andare più indietro, dall'introduzione della scuola media unica.
Sono invece convinto che la scuola di oggi sia per molti aspetti migliore di quella che ho conosciuto da studente negli anni '50. Anzi, per dirla tutta, penso che la sua crisi - qui da noi come altrove - sia diventata più visibile proprio grazie a un generale miglioramento dell'istituzione scolastica a partire dagli anni '60 del secolo scorso.
Cerco di chiarire ciò che voglio dire.
La paura, questo sentimento (Gabriella Bracco)
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Da Il Manifesto del 3 luglio 2007
La scuola è una barca che fa ormai acqua da tutte le parti: la lasciamo affondare? Sono in crisi gli insegnanti ai quali vengono affidati incarichi di cui non hanno competenza, gli operatori scolastici sottopagati e spesso precari, sono in crisi i dirigenti nel loro ruolo di capi d'azienda, oberati di responsabilità e unico canale di sbocco di ogni lamentela, è in crisi il personale di segreteria, invaso dall'onda della burocrazia. In crisi anche i sindacati: alcuni accusati di non interventismo, altri di posizioni estremistiche e quella dei servizi sociali, ai quali sono stati tagliati i fondi e presso i quali si rivolgono sempre più casi disperati. Si aggiunga, per altro, che fra tutti gli enti sopracitati, non vi è comunicazione alcuna e tutti questi settori risentono, secondo me, di un unico comun denominatore: la paura.
Sono solita dare ai miei bambini questo tema da svolgere e mentre, fino a poco tempo fa, le paure principali dei piccoli alunni erano quella del buio e dei mostri delle fiabe, oggi sono quelle sentite dagli adulti: avere pochi soldi, prima di tutto, ammalarsi, essere licenziati, perdere i genitori, non raggiungere un ruolo sociale.
La mancanza diffusa di un contatto empatico madre-bambino, crea molti problemi sulla conoscenza del sé, del proprio corpo e quindi delle proprie capacità relazionali e di autostima. Non solo la tv e il computer, invece di avere ruoli didattici, sostituiscono i genitori, ma anche la scuola spesso diventa luogo di delega rispetto a funzioni familiari insostituibili. La maestra è costretta a assumere quel ruolo di maternage che oggi, però, non ha più senso d'essere e che, per altro, i genitori non accettano, perché anch'essi disorientati, oberati dal lavoro e dai sensi di colpa di non potersi occupare di più dei figli.
La scuola è una barca che fa ormai acqua da tutte le parti: la lasciamo affondare? Sono in crisi gli insegnanti ai quali vengono affidati incarichi di cui non hanno competenza, gli operatori scolastici sottopagati e spesso precari, sono in crisi i dirigenti nel loro ruolo di capi d'azienda, oberati di responsabilità e unico canale di sbocco di ogni lamentela, è in crisi il personale di segreteria, invaso dall'onda della burocrazia. In crisi anche i sindacati: alcuni accusati di non interventismo, altri di posizioni estremistiche e quella dei servizi sociali, ai quali sono stati tagliati i fondi e presso i quali si rivolgono sempre più casi disperati. Si aggiunga, per altro, che fra tutti gli enti sopracitati, non vi è comunicazione alcuna e tutti questi settori risentono, secondo me, di un unico comun denominatore: la paura.
Sono solita dare ai miei bambini questo tema da svolgere e mentre, fino a poco tempo fa, le paure principali dei piccoli alunni erano quella del buio e dei mostri delle fiabe, oggi sono quelle sentite dagli adulti: avere pochi soldi, prima di tutto, ammalarsi, essere licenziati, perdere i genitori, non raggiungere un ruolo sociale.
La mancanza diffusa di un contatto empatico madre-bambino, crea molti problemi sulla conoscenza del sé, del proprio corpo e quindi delle proprie capacità relazionali e di autostima. Non solo la tv e il computer, invece di avere ruoli didattici, sostituiscono i genitori, ma anche la scuola spesso diventa luogo di delega rispetto a funzioni familiari insostituibili. La maestra è costretta a assumere quel ruolo di maternage che oggi, però, non ha più senso d'essere e che, per altro, i genitori non accettano, perché anch'essi disorientati, oberati dal lavoro e dai sensi di colpa di non potersi occupare di più dei figli.
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