Il compito dell’insegnante davanti al genocidio. Come rispondere alle domande dei ragazzi su Gaza?
- Lavinia Marchetti
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Molte amiche e molti amici insegnanti, negli ultimi quindici giorni, mi hanno scritto o parlato di un problema che li tormenta: come affrontare il genocidio con i ragazzi a scuola. Si chiedono, giustamente, cosa dire, che domande arriveranno, come rispondere senza inciampare, quale linguaggio usare: storico, di cronaca, emotivo. E soprattutto come non sembrare schierati (e questo è un problema enorme. Anche perché: che significa?). All’inizio rispondevo che ne sapevo quanto loro. Perché non sono abituata a parlare con i ragazzi. E perché nemmeno io avevo chiaro da dove cominciare. Poi, a forza di provarci, sono arrivate alcune soluzioni, pezzi sparsi che, dopo essermi impegnata a rispondere a tante persone, e messi insieme formavano un mosaico. Una cosa, però, l’ho sempre detta subito a tutti: cominciate con una frase semplice, netta, che apre il discorso. “Non è cominciata il 7 ottobre 2023”. La frase più semplice e senza dubbio più importante da dire. Ovviamente questa è un risposta personalissima, senza pretesa di essere né esaustiva, né giusta. Anzi se mi leggono insegnanti potrebbero condividere la loro esperienza se ne hanno il tempo e la voglia.
Corso per Mediatori Internazionali di Pace Bertinoro 2008
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Bertinoro 2008
dal 27 al 30 novembre 2008
Insegnare a scuola la storia del novecento. Intervista ad A. Bravo e E.Gruppi
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Come insegnare la storia del Novencento a scuola, senza cadere nella facile retorica o nell'ideologismo. Riportiamo questa intervista a Anna Bravo e Eugenio Gruppi fatta dai giornalisti del sito "Una città"
Proroga scadenza Master
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"Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi"
III edizione - anno accademico 2006/2007
LA SCADENZA E' STATA PROROGATA AL 15 GENNAIO 2007
Il Cisp (Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace) dellUniversità di Pisa organizza per l'anno accademico 2006/07 la IIIª edizione del Master universitario di I° livello in Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi.
Il Master forma esperti nella gestione dei conflitti in cui il fattore culturale e quello religioso si presentano come elementi specifici e caratterizzanti. Il percorso didattico, che si fonda su uno sperimentato approccio transdisciplinare, punta a fornire competenze di mediazione nei processi di composizione e di integrazione nellambito delle diverse realtà sociali e istituzionali, rivolgendosi sia alle popolazioni immigrate che alle comunità residenti.
Il CISP ha in corso numerose convenzioni, sia a livello locale sia internazionale, con soggetti interessati ad essere coinvolti in tale processo formativo, ed è in grado di offrire diverse opportunità di stage.
Info: Cisp - Centro Interdisciplinare Scienze per la pace
via Gioberti 39 - 56124 Pisa - tel. 050 2211200-1 fax 050 2211206
sito web: Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace
e-mail:
La scuola è di Franti. O no? (Starnone Domenico)
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I giornali negli ultimi tempi ci hanno raccontato le scuole di ogni ordine e grado a forza di bulli, sesso in aula filmati col telefonino, droga, arrivo prossimo venturo dei Nas. Ma la crisi dell'istruzione pubblica è lì? Non credo. In teoria la scuola potrebbe essere sanissima, malgrado quegli episodi. O malatissima, pur in assenza di quegli episodi. E' il suo trantran che ci dice quale scuola abbiamo, non il caso straordinario che finisce sui giornali.
Dubito che la crisi della scuola sia recente. Dubito che sia causata semplicemente dal cattivo lavoro degli insegnanti o da qualche orrenda mutazione antropologica che ha investito gli studenti. Escludo anche - i giornali insistono molto su questo punto - che derivi dagli effetti corruttivi della Lettera a una professoressa , dal '68 o, per andare più indietro, dall'introduzione della scuola media unica.
Sono invece convinto che la scuola di oggi sia per molti aspetti migliore di quella che ho conosciuto da studente negli anni '50. Anzi, per dirla tutta, penso che la sua crisi - qui da noi come altrove - sia diventata più visibile proprio grazie a un generale miglioramento dell'istituzione scolastica a partire dagli anni '60 del secolo scorso.
Cerco di chiarire ciò che voglio dire.
La paura, questo sentimento (Gabriella Bracco)
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La scuola è una barca che fa ormai acqua da tutte le parti: la lasciamo affondare? Sono in crisi gli insegnanti ai quali vengono affidati incarichi di cui non hanno competenza, gli operatori scolastici sottopagati e spesso precari, sono in crisi i dirigenti nel loro ruolo di capi d'azienda, oberati di responsabilità e unico canale di sbocco di ogni lamentela, è in crisi il personale di segreteria, invaso dall'onda della burocrazia. In crisi anche i sindacati: alcuni accusati di non interventismo, altri di posizioni estremistiche e quella dei servizi sociali, ai quali sono stati tagliati i fondi e presso i quali si rivolgono sempre più casi disperati. Si aggiunga, per altro, che fra tutti gli enti sopracitati, non vi è comunicazione alcuna e tutti questi settori risentono, secondo me, di un unico comun denominatore: la paura.
Sono solita dare ai miei bambini questo tema da svolgere e mentre, fino a poco tempo fa, le paure principali dei piccoli alunni erano quella del buio e dei mostri delle fiabe, oggi sono quelle sentite dagli adulti: avere pochi soldi, prima di tutto, ammalarsi, essere licenziati, perdere i genitori, non raggiungere un ruolo sociale.
La mancanza diffusa di un contatto empatico madre-bambino, crea molti problemi sulla conoscenza del sé, del proprio corpo e quindi delle proprie capacità relazionali e di autostima. Non solo la tv e il computer, invece di avere ruoli didattici, sostituiscono i genitori, ma anche la scuola spesso diventa luogo di delega rispetto a funzioni familiari insostituibili. La maestra è costretta a assumere quel ruolo di maternage che oggi, però, non ha più senso d'essere e che, per altro, i genitori non accettano, perché anch'essi disorientati, oberati dal lavoro e dai sensi di colpa di non potersi occupare di più dei figli.
Università e pecore (Don Lorenzo Milani)
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Scritta da don Lorenzo,all'amico magistrato GIAMPAOLO MEUCCI, la lettera non é stata mai terminata.
Barbiana, 30.3.1956
Caro Gianni,
cercami per piacere nel Codice penale un articolo che preveda il reato che ora ti dirò. E se non c'è di a qualche amico deputato che lo facciano subito, ma in settimana e carico di pene esemplari. Il titolo dev'essere press'a poco così: "Circonvenzione di contadino giovandosi di circostanze storiche favorevoli per le quali senza mai fare alcunché di legalmente perseguibile gli si fa però un danno umano così enorme che se ne accorgerebbe anche un bambino e che solo il Codice per una sua inspiegabile anomalia non vede." Ma almeno se tu non trovi verso di dar figura giuridica a questo delitto promettimi che lo dirai ai tuoi amici dell'Archivio di Stato. Di loro che l'appuntino su qualche foglio perché ne resti memoria. Se no domani quando tutto il nostro mondo sbagliato sarà stato lavato in un immenso bagno di sangue e quando doman l'altro gli storici inorriditi da tanto sfacelo che avrà travolto insieme tanto bene e tanto male tenteranno di scriverne le origini e i motivi, non riusciranno a leggere fatti come questi che t'ho detto. Perché gli analfabeti non vengono menzionati dalla storia altro che quando uccidono i letterati.
- Master in Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi
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