“Non sappiamo quanto tempo ci rimanga” – Estratto dalla puntata della serie di interviste “Piers Morgan uncensored”
- Eric Weinstein, Piers Morgan (traduzione di Andrea De Casa)
- Categoria: Politica internazionale
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A proposito di rischio nucleare, ho voluto pubblicare in un mio post dell'altro ieri un' analisi fatta dal Prof. Eric Weinstein, nell'arco di un'intervista da lui fatta dal giornalista Piers Morgan.
La trovo molto molto utile per la causa del disarmo e della distensione/collaborazione internazionale.
11 settembre 1973 Golpe in Cile: l'ultimo discorso alla radio di Salvador Allende prima di morire
- Salvador Allende
- Categoria: Politica internazionale
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Amici miei,
Sicuramente questa sarà l'ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Portales e Radio Corporación.
Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno
Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l'ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell'Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Mosca, Kiev e i doveri di noi diplomatici
- Accademia Apuana della Pace
- Categoria: Politica internazionale
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Oggi - come nel primo dopoguerra - domina il bellicismo Ma i ‘Commis de l’Etat’ hanno giurato fedeltà alla Costituzione, non al potere politico. Ecco perché bisogna spiegare che il negoziato conviene. A tutti.
Viviamo un momento delicato della storia occidentale. La guerra è ritornata sul suolo europeo. L’Unione Europea, avendo deciso di partecipare attivamente con l’invio di armi a favore del Paese aggredito, ha dovuto rinnegare le finalità costituzionali che la caratterizzano: la ricerca della pace e della prosperità.
Le crisi da monitorare con maggiore attenzione nel 2023
- Chiara Manetti
- Categoria: Politica internazionale
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Ucraina, Armenia e Azerbaigian, Iran, Yemen, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo e Grandi Laghi, Sahel, Haiti, Pakistan, Taiwan. Secondo la ong International Crisis Group questi 10 Paesi rappresentano le crisi da monitorare con maggiore attenzione nel 2023.
Doveva essere un periodo di bonaccia dopo essere usciti dalle mani di quel miles gloriosus di nome Donald Trump e dai connessi sovranismi che avevano gettato il mondo nella febbre fino alla minaccia della guerra atomica e di un’arma, aveva detto il presidente americano, come mai si era vista prima. Doveva essere un periodo di ripresa per lenire le ferite, per uscire dai patimenti della pandemia, della paralisi che essa aveva creato, della sua potenza centrifuga, separatrice. Bisognava ricominciare a tessere legami sociali e rapporti di prossimità, anzi di cooperazione, di comunione, di amore, tornare nel mondo, venire al mondo di nuovo come a un mondo uno.
L’economia cinese sta per superare quella americana, ed in USA (prima di Trump ora di Biden), si è diffuso il terrore che la Cina rappresenti la più grande minaccia… per la loro economia e per il Mondo intero. Già dell’inizio dell’epoca della presidenza di Trump , gli USA hanno lanciato una guerra commerciale con dazi altissimi, contro Pechino tesa ad ostacolare il Piano della Cina finalizzato ad uno sviluppo industriale innovativo… “di punta”, che va dalle auto elettriche, alla robotica ed all’intelligenza artificiale. “Il trambusto generale che ha fatto seguito alle elezioni politiche negli Stati Uniti dello scorso 3 Novembre ha agitato e intorbidito la politica americana, mettendo in luce la nefasta vulnerabilità di tutto il sistema politico della nazione. Donald Trump ha utilizzato la finestra temporale di quarantun giorni compresa tra il giorno delle elezioni e l’incontro del 14 Dicembre con il Collegio Elettorale per mantenere un suo controllo sul Paese, basandosi sul suo rifiuto di riconoscere la vittoria del concorrente Joe Biden e la propria sconfitta.
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Oltre l'accidia
Usa - la Cina e’ vicina : la contesa globale con la guerra fredda che può diventare calda
America abbiamo un problema