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Ailanti
O l’uomo, o l’albero. Questo il senso della storia della terra ha scritto Savinio, annotando la progressiva scomparsa di piante nella macchia di Poveromo di contro all’aumento di case.

Ma davvero è così? Davvero deve essere così?

So, invece, che le pinete del litorale sono artificio umano ed immaginare che quel luogo magico, dove pioveva sulle tamerici sparse, è dovuto all’uomo può essere dissacrante, ma solo per chi crede che la poesia sia nella natura e non nell’uomo.

Io vesto dimesso, mia moglie mi rimprovera sempre dei miei abiti modesti. Io rispondo che non conta la veste e che si tratta più propriamente di umiltà, che è una virtù. Anzi del dimesso mi avvantaggio, come il tenente Colombo col suo impermeabile. Anch’io ho avuto del resto un impermeabile simile, direi identico, beige e corto, di un tessuto che non si sporcava mai. Lo portai da 20 a 45 anni, poi mia moglie lo buttò a mia insaputa, e per il mio bene, perché era troppo sgualcito e liso. Piansi per sei mesi, di nascosto, perché non volevo far capire che piangevo per un impermeabile. Mia moglie non è cattiva, quando avvertì il mio dolore me ne regalò uno nuovo quasi identico, ma non era lui...

Nella barbarie di questi tempi, uscire da una tragedia e ritrovarsi uomo

di Mario Pancera

Nell’atrocità di questi tempi – e, per la verità, di tutti i tempi che ho visto durante la mia esistenza – ho trovato una frase come questa: «Uscire dal carcere e ritrovare gli affetti di sempre» riportata da un notiziario specializzato sui problemi dei detenuti italiani. Ne ho provato un colpo improvviso con una gioia immediata e diffusa: ritrovare gli affetti perduti.

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