Il 7 gennaio sera, non appena ricevuta la notizia dell'attentato di Parigi, abbiamo pubblicato sul nostro sito "Je suis Charlie: ma rifiutiamo l'islamfobia che sta sorgendo".
Siamo sempre convinti che i pensieri, le culture e le religioni siano plurali e che pertanto debba essere rifiutata ogni forma di integralismo che voglia ridurre il tutto alla propria visione, alla propria prospettiva.
Il nostro grido “Je suis Charlie”, vuole essere l'affermazione di un principio di libertà e di rispetto del pensiero altrui a 360°, non solo per un rispetto formale di democrazia, ma perché siamo davvero convinti della parzialità di ciascuna cultura e della necessità di comunicazione e interazione.
Condanniamo pertanto i fondamentalismi islamici che seminano terrore e strage di innocenti, ma anche i tanti fondamentalismi occidentali che, dinanzi a questa strage, riprendono vigore e forza.
Quei fondamentalismi che non comprendono come la prova di forza bruta adottata dal 2001 ci ha consegnato un mondo sempre più insicuro, nel quale si fa fatica a costruire un sistema di relazioni fondato sulla fiducia reciproca.
Le frasi di ieri sulla necessità di una nuova guerra, il dibattito sulle “moschee” e sulla presunta minaccia di islamizzazione ne sono un'assurda prova.
La guerra ad un nemico diffuso, caratterizzato esclusivamente dalla presunta cultura e religione, ci riconsegna nuovamente al baratro del terrore, chiude ancora ponti di comunicazione tra culture differenti, costringe tutti a vivere in castelli fortificati... a sentirsi minacciati.
Se non saremo capaci di spezzare questo, individuando i motivi e le cause nelle quali si alimentano i fondamentalismi, andando ad incidere sul quel versante, con politiche che pongano al centro la persona nella sua interezza e il sistema delle relazioni, a prescindere della cittadinanza, del genere, della fede che lo caratterizza, non riusciremo a fare terra bruciata di un terreno nel quale il fondamentalismo appare come l'unica assurda reazione all'incapacità di risolvere le vere questioni (diritti umani, pari dignità, predominanza occidentale nelle sedi internazionali, impunità di certi paesi, conflitto in medio oriente, rapporto con l'Iran...), dando alle istituzioni internazionali quel ruolo credibile che è indispensabile per un governo mondiale.
Je suis Charlie: ma rifiutiamo l'islamfobia che sta sorgendo