• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'archivio del Centro di Ricerca Nonviolenta di Brescia

di Napoli Diana

Nel 1976 alcuni obiettori in servizio presso la sede di Brescia del Movimento internazionale della riconciliazione (in sigla: Mir) e del Movimento Nonviolento decisero di costituire un centro di ricerca nonviolenta allo scopo di raccogliere documentazione sulla nonviolenza, l'antimilitarismo, la pace e qualsiasi altro argomento fosse collegato a tali indirizzi di pensiero.
Oltre alla biblioteca e all'emeroteca, il lavoro più prezioso che mi pare rimanga di tale apprezzabile sforzo è costituito dall'archivio che ora si trova presso la sede di via Milano 65.
Rispetto ad esso c'è stato un aggiornamento costante e organizzato fino alla seconda metà degli anni '80; il seguito è stato lasciato alla buona volontà di pochi collaboratori saltuari e dunque la documentazione dell'ultimo decennio è poco rilevante, da un punto di vista strettamente quantitativo.
Eppure, nonostante questa "carenza", l'archivio merita sicuramente un posto di rilevo all'interno del patrimonio bibliografico del MovimentoNonvioento e più in generale all'interno di un circuito di documentazione sulla pace e la nonviolenza.
Diviso in settori (Militarismo, antimilitarismo, pace e disarmo; Nonviolenza e Movimento Nonviolento; Educazione alla pace; Energia, ecologia, sviluppo; Movimento internazionale della riconciliazione e Obiezione totale; Obiezione di coscienza e servizio civile, Documentazione di Brescia; Forze Armate, industria bellica e commercio delle armi; Conflitti recenti), raccoglie decine di migliaia di documenti attraverso cui è possibile leggere la storia in Italia della nonviolenza e dell'antimilitarismo, delle battaglie per il riconoscimento giuridico per l'obiezione di coscienza, i primi passi del servizio civile, così come ricostruire le prime iniziative attraverso cui l'ecologismo e la messa in discussione del modello di sviluppo dominante sono diventati temi all'ordine del giorno.
Nell'archivio si possono trovare, come in tutti gli archivi che si rispettino, documenti di tutti i tipi: articoli di giornali e riviste, volantini delle iniziative, analisi tecniche (per esempio sulle questioni legate all'energia o all'industria bellica), verbali di riunioni, semplici riflessioni, proposte di mobilitazioni, testi poetici e letterari e moltissime fotografie che oggi non sono di facile reperibilità (come in genere tutto il materiale fotografico): le foto di Comiso, delle marce antimilitariste oppure che immortalano gli arresti degli obiettori totali, quando questi si "presentavano" nelle piazze dichiarando alle forze dell'ordine la propria presenza (e questo solo per portare qualche esempio).


Inoltre è da precisare che la documentazione raccolta (che peraltro è anche antecedente il 1976, data di costituzione del centro di ricerca, a significare il puntuale lavoro di reperimento dei primi obiettori) è ampia anche rispetto alla qualità poiché non riguarda solo le iniziative specifiche del Movimento Nonviolento, del Mir o di gruppi affini: c'è materiale sulla sinistra parlamentare e non negli anni '70, sul Partito radicale, ed è ricostruito anche il dibattito interno alle forze armate relativamente al servizio civile e alle successive proposte di riforma dell'esercito, così come è possibile accedere al "patrimonio" propagandistico dell'esercito stesso e delle industrie d'armamenti (quelle bresciane in primo luogo).
E anche per quel che riguarda la nonviolenza e l'educazione alla pace è possibile consultare materiale che va da Tolstoj a Capitini, da Jean Goss a don Tonino Bello, da Simone Weil a La Pira, da Ivan Illich a Lanza del Vasto, dalla scuola di Boves a don Milani, passando per tutte le iniziative del Movimento Nonviolento e per le principali mobilitazioni e lotte nonviolente in tutto il mondo.
In questo modo, proprio per la ricchezza qualitativa (e non certo disprezzabile è quella quantitativa: qualcuno in passato ha stimato 75.000 documenti), attraverso questo archivio è possibile avere un quadro generale di tutte le questioni citate (e non solo), ragion per cui esso mi pare una tappa quasi obbligata per chi voglia iniziare a studiare e indagare una parte non certo irrilevante della storia nostrana (e non solo).
Non da ultimo, va ricordato che nell'archivio sono presenti anche numeri di riviste antimilitariste, o sulla pace, quasi introvabili (se non nelle eventuali fondazioni o negli archivi dei singoli gruppi; e questa è un'altra ragione per cominciare a studiare partendo da Brescia, per trovare spunti anche per direzioni nuove di indagine): non solo titoli che testimoniano di esperienze entusiastiche anche se brevi e di limitata diffusione (dove credete sia possibile trovare numeri di "Cattolicesimo anarchico" o "Seme anarchico" o "Bozze" che per uno studioso specialista costituirebbero veri e propri "trofei", ma anche de "Il soldo al soldato", solo per citare qualcuno degli esempi più "rari" anche se non necessariamente tra i più significativi?), ma anche di testate straniere storiche rispetto all'antimilitarismo o alla pace, storiche nel senso che di tali idee (o ideali o attività, a seconda di come si preferisce) hanno fatto la storia (e non solo perché fuoriescono come tracce di qualcosa che non c'è più).
Queste riviste, per ora semplici "faldoni" all'interno dell'archivio la cui sistemazione sta per essere ultimata, saranno a breve riuniti in una piccola ma preziosa emeroteca storica da affiancare all'archivio stesso.