L'inconcludenza dell'Onu apre la strada a un nuovo ordine mondiale di iniziative unilaterali.
Mentre era ancora in corso in Florida la cena ufficiale col Presidente cinese, Donald Trump ha punito Bashar al-Assad con 54 tomahawk lanciati da una nave americana nel mediterraneo, a distanza di poche ore da una dichiarazione che ammoniva la Siria e minacciava una iniziativa militare degli Usa.
Si tratta del più importante attacco contro il regime di Damasco degli ultimi anni e appare una ritorsione contro la strage di Idlib di qualche giorno fa. Noniostante l'uso di gas nervini, nonostante la condanna da parte di tutto il mondo, nonostante tutti gli indizi portassero a una responsabilità diretta del dittatore siriano, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a rompere il gioco dei veti (in questo caso della Russia) e comminare una qualsivoglia forma di sanzione contro la Siria.
Senza alcun mandato del Congresso, né avendolo informato, il Presidente degli Stati Uniti ha deciso sentendo solo i propri generali del Pentagono e pochi altri - sicuramente la Russia, probabilmente Israele - mettendo letteralmente a soqquadro le cancellerie di tutto il mondo e provocando conseguenze che nei prossimi giorni saranno più chiare.
Lancia un messaggio neanche tanto velato alla Corea del Nord (di cui certamente avrà discusso col Presidente cinese) ma anche - come sottolineato nella dichiarazione di Netanyahu - verso l'Iran.
Obbligherà in qualche modo la Russia a battere un colpo e a entrare nel merito di uno scenario futuro per la Siria, al di là della linea acriticamente difensiva del regime di Damasco adottata da Putin.
Quel che appare davvero grave per chi continua a ritenere che il mantenimento della Pace si possa realizzare solo attraverso il rispetto del Diritto e delle Istituzioni internazionali, è che rischia di aprirsi una nuova fase in cui pochi potenti della terra, per ragioni che non verranno mai esplicitate e che esulano da qualsiasi forma di Diritto o decisione democratica, possano imporre una rinnovata forma di pax romana con l'uso delle armi.
È un brutto mondo quello che si prepara, anche se la paura dei molti rispetto alla potenza dei pochi potrà forse produrre il tacere momentaneo delle armi. Perché l'assenza di guerra senza democrazia e giustizia diventa solo quello che Tacito descriveva tanti anni fa, "hanno fatto un deserto e l'hanno chiamato pace".
Il governo italiano si attivi per il cessate il fuoco, l’apertura di corridoi umanitari, perché si interrompa l’invio di armi alle varie fazioni, per far cessare i bombardamenti.
Nell’immobilismo dell’Onu e della Comunità internazionale è urgente che la società civile di tutto il mondo faccia sentire la propria voce perché gli organismi internazionali svolgano il proprio ruolo con un ritrovato senso di responsabilità e si interrompa questa spirale di guerra dagli esiti imprevedibili.