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Diritti culturali, diversita' culturale ed universalita' dei diritti umani

Al cuore di questo mandato c'è la relazione fra diritti culturali, diversità culturale ed universalità dei diritti umani.
I diritti culturali sono cruciali per il riconoscimento ed il rispetto della dignità umana: essi proteggono il diritto di ogni persona - individualmente, in comunità o gruppo con altri - di sviluppare umanità, visioni del mondo, significati ascritti alla vita. I diritti culturali includono anche il diritto di mettere in questione gli esistenti parametri della "cultura", di optare per l'ingresso o l'uscita in particolari entità culturali, e di creare continuamente nuova cultura.
La diversità culturale non può essere equiparata al relativismo culturale: nessuno può invocare la diversità culturale per infrangere i diritti umani garantiti dalla legislazione internazionale, nè per limitare la loro portata.
Non tutte le pratiche culturali si accordano alla legislazione internazionale sui diritti umani e sebbene non sia sempre facile identificarle con esattezza, lo sforzo dev'essere sempre diretto a modificare e/o abbandonare tutte le pratiche portate avanti in nome della cultura che impediscono il godimento dei diritti umani ad ogni individuo.
Le sfide sono numerose nel campo dei diritti culturali, dalla definizione del loro scopo all'interno del sistema dei diritti umani, all'elaborazione di politiche che ne abilitino l'implementazione nel contesto della diversità culturale, della globalizzazione dell'informazione e degli scambi, del sottosviluppo e della povertà.
La base comune di tutte le azioni non può che essere il principio dell'universalità dei diritti umani. I diritti umani universali vanno promossi nei diversi contesti culturali incoraggiando nuove riflessioni e nuove pratiche come la "negoziazione culturale" con le varie comunità, e vanno promossi da politiche che favoriscano dibattiti informati, aperti e partecipati.
È responsabilità degli stati assicurare spazi aperti per il dibattito e la discussione all'interno delle comunità, così come assicurarsi di creare un ambiente in cui tutte le persone possano godere dei diritti culturali, senza discriminazioni basate su identità particolari.

Finte: Centro Ricerca per la Pace di Viterbo
Traduzione: Maria G. Di Rienzo

Farida Shaheed
Sociologa pakistana, lavora per il Shirkat Gah (Centro risorse per le donne) di Lahore e per la rete di solidarietà internazionale Wluml (Donne che vivono sotto le leggi islamiche). Una sua intervista può essere letta in Maria G. Di Rienzo, Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'Islam contro l'integralismo, Intra Moenia, Napoli 2005
L'articolo pubblicato è un estratto dal discorso di presentazione del rapporto che il 31 maggio 2010 Farida Shaheed, esperta indipendente per le Nazioni Unite nel campo dei diritti culturali, ha presentato al Consiglio per i diritti umani.

Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo