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La questione "Facio"

Nel 2007 come ANPI avevamo criticato con articoli sulla stampa locale ed una comunicazione apparsa anche su Patria, Periodico nazionale dell’ANPI, l’operazione di marketing ed il battage pubblicitario legato all’uscita del libro di Capogreco su Facio. Specificammo allora che appunto la nostra critica non riguardava la ricerca, il contenuto del libro e nemmeno le conclusioni dell’autore ma la girandola e l’operazione mediatica di promozione, che era incentrata sulla notizia da scoop dell’assassinio tra partigiani e per giunta comunisti!

La cosa che più ci disturbò fu il fatto che l’anno precedente era uscito il libro della Laura Seghettini, Al vento del Nord, curato da Caterina Rapetti e Paolo Bissoli, Carrocci editore, nel quale era contenuta la stessa “rivelazione”, attribuita a Capogreco come scoperta, e cioè che Facio era stato ucciso dai altri partigiani, comunisti, per questioni probabilmente politiche, più che per accuse oggettive sulle quali sarebbe stato allestito un processo sommario riguardo all’appropriazione di materiale di un lancio alleato. In tali fatti avrebbe avuto parte rilevante il partigiano Antonio Cabrelli, Salvatore, sulla cui integrità morale la Laura sollevava molti dubbi. Quanto denunciato dalla Seghettini, sovvertiva chiaramente la motivazione della medaglia d’argento concessa a Facio come ucciso di nazifascismi. In base a ciò come ANPI, ISRA, cittadini, storici, associazioni e Comunità locali abbiamo creato un comitato e inoltrato la richiesta di una medaglia d’oro a Facio che recuperasse la vergogna del falso storico avvenuto

La cosa che ritenemmo ancora più grave, fu il fatto che anche personalità politiche locali, sempre sui media, nell’ansia della visibilità della partecipazione al dibattito, rivelarono una loro maturazione di coscienza politica nell’aver scoperto la faccenda Facio sulla base del libro di Capogreco. Dimenticando che la Seghettini non solo aveva pubblicato il libro, ma aveva da 60 anni denunciato i fatti, sia alla magistratura, sia al suo partito di riferimento che era al tempo il PCI. Solo che lo aveva fatto, secondo il suo stile personale, sempre con estrema serietà e moderazione, senza mai fare polemiche e strumentalizzazioni. Ma comunque tale denuncia negli ambienti politici legati alla Resistenza era da tutti e da sempre conosciuta.

Nell’ambito di una corretta ricerca storica che ambisce alla verità, la cui assolutezza è difficilmente raggiungibile, l’ANPI è chiaramente aperta a rivalutare fatti e personaggi collegati alla propria storia soprattutto se ciò avviene con l’apporto di nuove testimoniane e documentazioni. Anzi crediamo che in ciò stia il succo della vera ricerca storica che è per questo un processo continuo e mai compiutamente definito. Ben vengano quindi nuovi documenti che devono sempre essere valutati nella loro oggettività e confrontati con criterio con lo stato dei fatti finora a conoscenza delle ricerche.

A fronte di ciò ci sembra di poter dire che le rivelazioni del parroco di Adelano, e il documento archivistico dei registri di morte della Chiesa, proprio e soprattutto per come sono stati presentati, e per come si tenta di utilizzarli, seguano un modello di condotta che ha più a che fare con il gossip, che con la storia. Ma al di là di questo, e della questioni dei tempi e delle ore, e del documento, è appunto il metodo generale di fornire tali notizie che noi rigettiamo, perché troppo aperto alle strumentalizzazioni e polemicamente indirizzato alla ricerca dello scandalo.

Come nel 2007 riconfermiamo quindi la nostra piena fiducia alla Seghettini, che è nostro Presidente Onorario, e che nel caso sarebbe sconfessata in quanto da lei sempre affermato riguardo al processo sommario subito dal suo Facio, e all’essere stata con lui fino al momento della fucilazione. Una versione dei fatti mille volte e da tanti anni ripetuta. In questo momento che può essere per lei difficile le dichiariamo la nostra solidarietà ed il nostro affetto e, come nel 2007, stiamo vicini a lei, partecipi del suo vissuto e della sua umile, mai urlata ma comunque imperterrita ricerca della verità.

 

Luglio 2011 - ANPI Massa Carrara