Che il cancro dell'odio verso chi non corrisponde alla propria normale mediocrità rancorosa si diffonde più veloce e pervasivo del cancro diffuso dai fumi dell'Ilva. Andrea dormiva il sonno dell'ingenuo: per quanto fosse un marginale, non sapeva di appartenere a quell'indistinta alterità che rende esposti alla violenza razzista e al pogrom. È stato cosparso di benzina e bruciato mentre mitemente dormiva su una panchina. Se riuscirà a sopravvivere, potrà stare tranquillo: è vero, non potrà più avere l'iscrizione anagrafica a Rimini o altrove, ma sarà schedato dal ministro dell'interno in un apposito registro dei senza fissa dimora. Se gli capiterà ancora d'essere cosparso di benzina e bruciato, sarà riconosciuto subito. Sempre che prima non sia internato in un lager per senzatetto. Non è da escludere, infatti, che il ministro dell'interno abbia in mente di diversificare le strutture d'internamento per i fuori-norma: centri d'identificazione ed espulsione per migranti, che potranno essere ospitati fino a diciotto mesi, ma anche centri di rieducazione per clochard, rom, prostitute, matti, drogati, mendicanti, writers, bevitori notturni di birra...
È vero, non è la prima volta che si bruciano barboni, campi rom e tendopoli, anzi è quasi una tradizione nazionale. Oggi la tradizione è legittimata da un quadro legislativo, ma anche politico e sociale, idoneo: se i barboni e gli "zingari" sono schedati e i figli degli "altri" segregati a scuola in classi speciali, se i migranti irregolari non potranno sposarsi o riconoscere i propri figli, nè ricevere e inviare denaro, se chi non è benestante, integrato, parlante un italiano perfetto non avrà diritto a uno status legale, non è forse perché tutti questi fuori-norma sono in realtà dei sottouomini?