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Da “Il Manifesto” del 3 luglio 2007


La scuola è una barca che fa ormai acqua da tutte le parti: la lasciamo affondare? Sono in crisi gli insegnanti ai quali vengono affidati incarichi di cui non hanno competenza, gli operatori scolastici sottopagati e spesso precari, sono in crisi i dirigenti nel loro ruolo di capi d'azienda, oberati di responsabilità e unico canale di sbocco di ogni lamentela, è in crisi il personale di segreteria, invaso dall'onda della burocrazia. In crisi anche i sindacati: alcuni accusati di non interventismo, altri di posizioni estremistiche e quella dei servizi sociali, ai quali sono stati tagliati i fondi e presso i quali si rivolgono sempre più casi disperati. Si aggiunga, per altro, che fra tutti gli enti sopracitati, non vi è comunicazione alcuna e tutti questi settori risentono, secondo me, di un unico comun denominatore: la paura.
Sono solita dare ai miei bambini questo tema da svolgere e mentre, fino a poco tempo fa, le paure principali dei piccoli alunni erano quella del buio e dei mostri delle fiabe, oggi sono quelle sentite dagli adulti: avere pochi soldi, prima di tutto, ammalarsi, essere licenziati, perdere i genitori, non raggiungere un ruolo sociale.
La mancanza diffusa di un contatto empatico madre-bambino, crea molti problemi sulla conoscenza del sé, del proprio corpo e quindi delle proprie capacità relazionali e di autostima. Non solo la tv e il computer, invece di avere ruoli didattici, sostituiscono i genitori, ma anche la scuola spesso diventa luogo di delega rispetto a funzioni familiari insostituibili. La maestra è costretta a assumere quel ruolo di maternage che oggi, però, non ha più senso d'essere e che, per altro, i genitori non accettano, perché anch'essi disorientati, oberati dal lavoro e dai sensi di colpa di non potersi occupare di più dei figli.

(dalle Lettere di don Lorenzo Milani a cura di Michele Gesualdi)
Scritta da don Lorenzo,all'amico magistrato GIAMPAOLO MEUCCI, la lettera non é stata mai terminata.

Barbiana, 30.3.1956

Caro Gianni,
cercami per piacere nel Codice penale un articolo che preveda il reato che ora ti dirò. E se non c'è di a qualche amico deputato che lo facciano subito, ma in settimana e carico di pene esemplari. Il titolo dev'essere press'a poco così: "Circonvenzione di contadino giovandosi di circostanze storiche favorevoli per le quali senza mai fare alcunché di legalmente perseguibile gli si fa però un danno umano così enorme che se ne accorgerebbe anche un bambino e che solo il Codice per una sua inspiegabile anomalia non vede." Ma almeno se tu non trovi verso di dar figura giuridica a questo delitto promettimi che lo dirai ai tuoi amici dell'Archivio di Stato. Di loro che l'appuntino su qualche foglio perché ne resti memoria. Se no domani quando tutto il nostro mondo sbagliato sarà stato lavato in un immenso bagno di sangue e quando doman l'altro gli storici inorriditi da tanto sfacelo che avrà travolto insieme tanto bene e tanto male tenteranno di scriverne le origini e i motivi, non riusciranno a leggere fatti come questi che t'ho detto. Perché gli analfabeti non vengono menzionati dalla storia altro che quando uccidono i letterati.

Master Universitario in "Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi" III edizione - anno accademico 2006/2007"

Il Cisp (Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace) dell’Università di Pisa organizza per l'anno accademico 2006/07 la terza edizione del Master universitario di I° livello in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi”.
Il Master forma esperti nella gestione dei conflitti, impegnati nell'ausilio sia delle popolazioni immigrate (lavoratori di II e III generazione, rifugiati e richiedenti asilo) che delle comunità residenti, sostenendo con efficacia pratica i processi di composizione e di integrazione nell’ambito delle diverse realtà sociali e istituzionali. Esiste, inoltre, la possibilità di dare un'adeguata preparazione a persone che volessero impegnarsi in organizzazioni internazionali, o comunque in ambiti connessi con la cooperazione e lo sviluppo, con specifico riferimento alle dinamiche dei conflitti internazionali o intranazionali.
Il CISP ha in corso numerose convenzioni, sia a livello locale sia internazionale, con soggetti interessati ad essere coinvolti in tale processo formativo, ed è in grado di offrire diverse opportunità di stage.
La scadenza delle iscrizioni e' il 22 dicembre 2006.
INFO: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.pace.unipi.it/didattica/master

Mi dichiaro insegnante inopportuna
Stamani, mentre andavo a piedi a scuola, avevo già in mente di leggere in classe la lettera della preside Annalisa Savino. Mi sembrava così ben scritta, così priva di retorica, così diretta, così pertinente non solo “ai fatti del Michelangelo” ma anche a quello che significa stare ogni giorno in mezzo ai ragazzi e alle ragazze di una scuola superiore.
Quindi a me sembrava non solo bello leggerla (e non uso la parola “opportuno” perché quando una cosa mi piace molto, ho voglia di parlare di bellezza) ma soprattutto sentire cosa ne pensassero i ragazzi e le ragazze, di quella lettera.

Il numero 634 – anno 56 di luglio e agosto 2019 di “Azione Nonviolenta”, rivista bimestrale del Movimento Nonviolento è dedicato interamente alla scuola e alla formazione. In questo numero monografico è quella che il pensiero pedagogico, da Tolstoj alla Montessori, ha sempre immaginato e sperimentato, la scuola della vita, dove libri e gioco, maestri e amici, colori e alberi si mescolano insieme.

Per un lungo periodo a partire dal "68" , le lotte e rivolte del Movimento Studentesco , si sono unificate con le lotte del movimento operaio che a partire dell’autunno caldo" del 1969 , sono state un fattore fondamentale delle lotte di classe nel nostro Paese.

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini ,

ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.

Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un' insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi a pensarla come te a tutti i costi. Non è così che funziona la vera politica.