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Il numero 634 – anno 56 di luglio e agosto 2019 di “Azione Nonviolenta”, rivista bimestrale del Movimento Nonviolento è dedicato interamente alla scuola e alla formazione. In questo numero monografico è quella che il pensiero pedagogico, da Tolstoj alla Montessori, ha sempre immaginato e sperimentato, la scuola della vita, dove libri e gioco, maestri e amici, colori e alberi si mescolano insieme.

Per un lungo periodo a partire dal "68" , le lotte e rivolte del Movimento Studentesco , si sono unificate con le lotte del movimento operaio che a partire dell’autunno caldo" del 1969 , sono state un fattore fondamentale delle lotte di classe nel nostro Paese.

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini ,

ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.

Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un' insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi a pensarla come te a tutti i costi. Non è così che funziona la vera politica.

Un folto gruppo di aclisti, provenienti da quindici circoli delle Provincie di Bergamo, Brescia, Milano, Monza-Brianza, Varese e Vicenza si sono ritrovati per una giornata di studio sulla figura di don Lorenzo Milani in occasione dei cinquant’anni della morte.

Ci siamo trovati a Forneletti di Valeggio sul Mincio (Verona). Durante la giornata abbiamo incontrato vecchie conoscenze e nuove, siamo stati accolti con cordialità, abbiamo ascoltato una preziosa relazione, abbiamo discusso tra noi, abbiamo pregato e, alla fine, abbiamo chiuso con una allegra compagnia a base di canti e di dolci.

Il relatore dell’incontro Agostino Burberi ha concesso una intervista a Rocca, rivista della Pro Civitate Cistiana di Assisi n. 20.

Di seguito il testo registrato della giornata non rivisto dal relatore.

Cordiali saluti

Angelo Levati


Non si impara il latino e il greco per parlare queste lingue, per fare i camerieri o gli interpreti o che so io. Si imparano per conoscere la civiltà dei due popoli, la cui vita si pone come base della cultura mondiale. La lingua latina o greca si impara secondo grammatica, un po’ meccanicamente: ma c’è molta esagerazione nell’accusa di meccanicità e aridità.

Caro direttore,

ho 44 anni e faccio con passione l'insegnante pendolare da 13. Insegno Latino, Greco e materie letterarie nei licei classici della provincia di Napoli, e poche volte ho lavorato a meno di 25 chilometri da casa. Sono laureata e abilitata con il massimo dei voti e ho conseguito un dottorato di ricerca in Filologia. Sono iscritta in graduatorie che per legge sono provinciali, non nazionali, e ho pieno titolo all'assunzione.