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Mentre scrivo, ricordo l'angoscia che mi assalì quando ci fu la crisi dei missili di Cuba del 1962. Ero ricoverato a New York, in ospedale, e il mio amico Stanley Plastrick mi aggiornava quotidianamente, dicendomi giorno dopo giorno che New York rischiava di essere rasa al suolo da una bomba atomica. Poi si arrivò a un compromesso e Krusciov ritirò i missili. Oggi, in modo diverso, vedo che siamo prossimi all'orlo del precipizio e nell'incertezza più completa circa il domani.

Mi sento in dovere di rispondere alle considerazioni di Luigi Manconi pubblicate su Repubblica del 9 marzo che contesta, in buona sostanza, la preoccupazione e il dissenso espressi dall’Anpi sull’invio di armamenti in Ucraina ed insiste sul paragone fra la resistenza italiana e la resistenza ucraina chiedendosi quale sia la differenza tra l’invio di armi ai partigiani da parte degli Alleati e l’invio di armi alla resistenza ucraina dal nostro Paese.